La sezione Poesia Patriottica racconta il mito dell’unità nazionale e sociale che tra il 1914 e il 1918 affascinò gli intellettuali italiani, i quali diedero vita ad opere poetiche inneggianti a valori di libertà, indipendenza e uguaglianza, attraverso cui sostennero la necessità della prima guerra mondiale. Gli stessi intellettuali, i primi a percepire solitudine nella società, osservando il suo mutare, il disgregamento delle comunità e l’imporsi di una mentalità individualistica, cercarono rimedi che riavvicinassero l’uomo all’uomo. Nella poesia patriottica la guerra si presenta come mezzo di unione del popolo, ponendo fine alle lotte di classe. Tutti sono uguali, soprattutto davanti alla morte. Le tematiche affrontate dai testi mutano col trascorrere degli anni di guerra: nel 1915 gli autori si concentrano sul riscatto europeo; nel 1916 sui confini ritrovati, dopo non poche peripezie; nel 1917 sul sacrificio per la libertà, tanto desiderata e alla fine conquistata; il 1918 si caratterizza per una generale esaltazione della fine della guerra, e per l'enfatizzazione dell’impresa compiuta.
"Tedeschi, Italia indietro più non torna:/ O monti, o fiumi, o mari, sempre avanti/ L’abbiam giurato. E noi conte, Cadorna,/ Noi vincerem"
(A. Giovannini, Il canto del soldato)