Dante tra gli splendori de' suoi enigmi risolti

Dante tra gli splendori de' suoi enigmi risolti ed altri saggi

 

Dante tra gli splendori de' suoi enigmi risolti

studio del prof. Rodolfo Benini, Roma, A. Sampaolesi, 1919, VII, 400 p., [1] carta di tav. ripiegata,
ill., 22 cm.           FA.Arch.5.11.36

 

Dante tra gli splendori de' suoi enigmi risolti ed altri saggi

Roma, Edizioni dell'Ateneo, 1952, V, 321 p., [1] carta di tav. ripiegata, ill., 25 cm.

C.CIV.2.2.630      MVRDI.2658

 

Il volume rappresenta la summa del lavoro del Benini su Dante, almeno per le parti che riguardano la geografia ultraterrena, la risoluzione degli enigmi danteschi e l’indagine sulla presenza, nella Commedia, di elementi simbolico-allegorici. La seconda edizione, pubblicata nel 1952, comprende in appendice i principali saggi pubblicati dopo l’uscita della prima: Il “Lacus Lugeus” degli antichi restituito alla Roma imperiale; Tre luoghi memorandi di geografia biblica: La selva di mezzodì, il deserto del Sinai e il monte del Testamento; Quando nacque Cacciaguida trisavo di Dante e quando morì Alighiero suo figlio; Il luogo e il modo di pena dei dannati per l’invidia.
L’opera è introdotta da un primo capitolo che cerca di ricostruire le principali traiettorie su cui venne applicato il pensiero enigmatico e allegorico dantesco, e si articola intorno alle sette categorie cui le scuole di retorica obbligavano oratori e scrittori: il soggetto dell’azione, l’oggetto, il fine, il modo e i mezzi, il luogo e il tempo (Quis, quid, ubi, quibus auxiliis, cur quomodo, quando). Attraverso queste maglie l’intera mole del pensiero beniniano su Dante viene setacciato e ricomposto in una sintesi nuova e abbastanza organica, nella quale le varie parti risultano tra loro coerenti e complementari.
Nonostante gli sforzi, però, l’esposizione della materia non riesce ad essere del tutto sistematica e costringe il lettore a saltare da una parte all’altra del volume o a concedere all’autore provvisori atti di fede che solo a lettura ultimata trovano una giustificazione. Di questo pare essersi accorto il Benini, il quale confida che, a volume chiuso, ogni occhio ben costrutto saprà dominare il campo d’uno sguardo capace e riunire gli sparsi argomenti, che saranno stati discussi in modo successivo, poiché il trattarne in modo promiscuo e quasi simultaneo avrebbe stancato più presto o distratto più spesso l’attenzione. (p. 23)
Lungi dall’essere un volume di facile e amena lettura, il volume invita a forti fatiche, come forti i problemi e gli enigmi che ne son materia (ibidem).