La regola degli intervalli fra le profezie della Divina Commedia

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La regola degli intervalli fra le profezie della Divina Commedia

Roma, R. Accademia dei Lincei, 1918, 14 p., 24 cm. Estratto da: Rendiconti, R. Accademia dei Lincei (1918), v. 27, fasc. 6, seduta del 16 giugno 1918.

C.Msc.II.1510      BENIN.3233/28      BENIN.533/13      BENIN.2926/41

 

Il contributo utilizza il metodo statistico per l’indagine linguistica, e cerca di individuare la legge che regola la distribuzione, all’interno della Commedia, delle profezie, non tanto delle tre principali di cui il Benini si era già occupato (L'unità artistica e logica delle profezie di Virgilio, Beatrice, e Cacciaguida, ossia La soluzione del maggior enigma dantesco), quanto di quelle minori. Come si sa, le tre profezie del Veltro, del messo di Dio (D.X.V.), e del novenne sono collocate in maniera simmetrica nelle tre cantiche del Poema: a 101 versi dall’inizio dell’Inferno, a 101 versi dalla fine del Purgatorio, alla metà esatta del Poema (i versi relativi alla profezia di Cacciaguida (Par. XVII, 76-78) sono preceduti, nell’intero poema, da 2371 versi e sono seguiti da 2372 versi).
Anche le altre profezie sembrano disposte secondo una logica stringente, a intervalli alterni di 666 e 515 versi. Tali numeri sono simbolicamente molto significativi, perché designano la bestia satanica dell’Apocalisse e il Veltro di Cristo che caccerà la lupa (Inf. I).
Anche laddove Dante interrompe la serie delle profezie, nel momento in cui la riprende lo fa a intervalli derivanti dalla combinazione di 666 e 515 (la profezia che compare al v. 4354 dista dalla precedente 1847 versi: 666+515+666=1847; tra la profezia di Ciacco ai vv. 777-8 e quella del sogno premonitore di Dante al v. 3441 sgg. intercorrono 2664 versi,  cioè 666x4).
Un’altra serie segue l’intervallo di 1847 versi (666+515+666): è il caso della profezia contro Bonturo Dati (2734) e Branca d’Oria (4581), ecc.
Benini immagina che l’alterazione della serie di profezie sia dovuta ai pesanti rimaneggiamenti cui – a suo dire – fu sottoposta la cantica dell’Inferno, teoria che svilupperà in scritti successivi.