Scienza, religione ed arte nell'astronomia di Dante

immagine della copertina del libro 'Scienza, religione ed arte nell'astronomia di Dante'

 

Scienza, religione ed arte nell'astronomia di Dante: conferenza tenuta alla Reale Accademia d'Italia il 14 gennaio 1934-12

Roma, Reale Accademia d'Italia, 1939, 96 p., [1] carta di tavola ripiegata, ill., 25 cm. (Conferenze, Reale Accademia d'Italia, 3).      BENIN.3233/36     Misc.190.30

Volume riassuntivo degli studi beniniani inerenti l’astronomia dantesca. Basata sulla conferenza tenuta alla Reale Accademia d’Italia nel 1939, la trattazione appare ampiamente rielaborata, ampliata e resa più tecnica che non convenga ad un discorso pubblico (p. 7). Il saggio ribadisce la centralità cronologica del viaggio dantesco in relazione alla storia universale, e constata come tutti i dati astronomici convergano nell’identificare Dante come Veltro, messo di Dio D.X.V. e come ‘novenne’ oggetto delle principali profezie del poema. In tale contesto si dà inoltre conto di come Dante abbia privilegiato il sistema astronomico latino (Vitruvio, Marziano Capella, Macrobio) rispetto al sistema tolemaico-arabo, e di come il poeta abbia impiegato una certa dose di invenzione per piegarlo alle sue volontà poetiche. L’ultima parte dell’opera ricostruisce il percorso di Dante nei cieli: la particolare disposizione dei corpi celesti alla Pasqua del 1300, organizzati in una serie di allineamenti a ‘terne’, fa ipotizzare al Benini che il Poeta, anche nel disegnare il proprio itinerario celeste, abbia voluto alludere alle lettere D, X e V che lo identificavano dal punto di vista simbolico e che ne prefiguravano la missione.