La cartella delle Vedute di Roma contiene diciannove disegni preparatori di Gaspar van Wittel raffiguranti esclusivamente vedute di Roma. Uno di questi, la Veduta del Colosseo, dal 1972 era considerato disperso, ma è stato ritrovato in seguito alla mostra del 2013.
Questi studi furono esposti già nel 1903, dieci anni dopo il loro acquisto da parte di Domenico Gnoli, alla Mostra di Topografia Romana tenutasi nella Biblioteca nazionale al Collegio Romano, successivamente, nel 1911, alcune delle Vedute furono scelte per l’Esposizione internazionale che si tenne a Castel Sant’Angelo. Nel 2002 nove di queste vedute romane figuravano nella mostra monografica Gaspare Vanvitelli e le origini del vedutismo.
La Roma fluviale è la protagonista del vedutismo vanvitelliano. I luoghi dai quali Gaspar van Wittel trae i vari punti di vista lungo il corso del fiume, da ponte Milvio a Ripetta, sino al Porto di Ripa Grande, sono più di una quindicina. Si tratta in molti casi di angoli di Roma del tutto scomparsi, come la Veduta del Tevere sotto i bastioni di Castel Sant’Angelo, cancellata dalla costruzione dei Lungotevere tra la fine dell’Ottocento e il primo decennio del Novecento, oppure la Veduta di Campo Marzio dai Prati di Castello, che rivela una Roma perduta per sempre dove al posto della campagna è poi sorta la popolosa zona di Prati, o la chiesa di Trinità dei Monti raffigurata prima che, tra il 1723 e il 1728, Francesco de Sanctis costruisse la scalinata trasformando il luogo in uno dei più noti e visitati di Roma.
La maggior parte delle Vedute di Roma risale agli anni Ottanta del Seicento, quando Van Wittel, in vista dell’esecuzione di vedute a tempera e ad olio, prendeva oltre agli schizzi numerosi appunti nella sua lingua originaria (più tardi anche in italiano), che si possono notare in molti punti dei disegni della Biblioteca nazionale.
Che si tratti di disegni preparatori è testimoniato da diversi elementi, quali la tecnica caratteristica con le precise indicazioni degli elementi architettonici e della prospettiva, la frequente omissione di alcuni particolari ripetuti, quali finestre e lesene, e soprattutto la quadrettatura necessaria per riportare le misure nei dipinti nelle giuste proporzioni. Nel disegno preparatorio Van Wittel definisce non soltanto la composizione ma, con l’uso dell’acquerello grigio-azzurro ne segna le luci e le ombre.
Alcuni disegni, come la Veduta del Campidoglio e dell’Aracoeli e la Veduta panoramica di Roma, furono eseguiti per vedute che ancora non conosciamo o che forse l’artista lasciò allo stato grafico poiché non ebbe richieste dai suoi committenti. Sulla base della presenza del solo disegno preparatorio però non si può affermare con certezza che il dipinto di una determinata veduta non fu mai realizzato, poiché dalla pubblicazione dell’edizione aggiornata del volume di Briganti (1996) ad oggi sono comparse molte vedute dipinte inedite, per le quali si conosceva soltanto lo studio.
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