RIPALIMOSANI

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Palazzo Ducale

PALAZZO DUCALE

Nel periodo normanno Ripa apparteneva al demanio dei conti di Molise. Carlo I d’Angiò, dopo la vittoria definitiva sugli Svevi, assegnò il feudo di Ripa di Limosano a Rodolfo detto Normando, intorno al 1269; dai registri angioini risulta che Ripa, nel 1311, era denominata da Guglielmo d’Alemagna maestro di camera del re.

Il piccolo centro fu anche feudo di Guglielmo di Gambatesa, conte di Campobasso, che lo acquistò dagli Alemagna nel1417. Successivamente subentrò Andrea di Capua, il cui figlio, Ferrante, lo vendette a Marino Mastrogiudice prima del 1521.

Nel 1616 il feudatario Girolamo Riccardo fece costruire una torre a nord, e di questo intervento una lapide posta in facciata ne dà testimonianza: Ieronimus riccardus, turrim hanc ab imis ad culmen usque perduxit.

Nei secoli XVIII e XIX, il palazzo vantava, al piano nobile, una sala teatrale perfettamente funzionante; in adiacenza vi era la cappella privata. La rampa attuale sostituisce l’antico ponte levatoio, posto a protezione dell’ingresso principale. Nel 1828 si intervenne per adattare il complesso a rimessa e residenza secondo i dettami dell’epoca.

Il palazzo è il frutto di una radicale trasformazione di un preesistente fortilizio, forse di epoca normanna, in residenza signorile, avvenuta nel 1521 ad opera di Marino Mastrogiudice.

La struttura centrale è riconducibile a un parallelepipedo irregolare scarpato. Il palazzo presenta altezze differenti per ogni prospetto; il lato nord conserva il giardino pensile e la torre, risalente al 1616. L’ingresso principale è costituito da un portale in pietra, sormontato dalla lapide cinquecentesca apposta in memoria di Marino Mastrogiudice. Superato un piccolo portico voltato a botte, si accede in un cortile da cui si dipartono due scale parallele divise da un androne che conduce alle scuderie e, attraverso una scala, al piano interrato contenente le cantine e le prigioni; queste ultime, ricavate nel tufo e completamente ipogee, erano dette “Cafurdio”.

[…] Ai piani superiori c’erano le camere di rappresentanza, le stanze da letto e altri ambienti di uso privato. Il palazzo conserva un altare di scuola napoletana dell’800 e alcune stanze arricchite da dipinti ottocenteschi e da mobili d’epoca.

 

Da Perrella O., Cavaliere G., 2006. Molise Castelli. Palladino Editore. Campobasso.

Perrella O., Di Rocco G., Greco G., Valente F. (a cura di), 2011. Atlante castellano del Molise. Castelli, Torri, Borghi fortificati e Palazzi Ducali. Palladino Editore. Campobasso.