ORATINO
print this pagePALAZZO GIORDANO
Le radici più antiche di Oratino risalgono probabilmente al periodo longobardo; il primo insediamento fortificato, infatti, sorse a valle dell’attuale paese, in località “La Rocca”. Il terremoto del 1456, arrecò tali danni al borgo che la popolazione scampata al disastro decise di trasferirsi sulla collina sovrastante. L’odierna Oratino, quindi, è situata su un costone roccioso che incombe sulla valle del fiume Biferno, in una posizione di controllo privilegiato sul tratturo Castel di Sangro-Lucera. L’abitato era denominato “Loretinum” nel Catalogus Baronum e “Ratino” e “Loratino” durante il Rinascimento. Nel Catalogus è riportata la nota di un documento nel quale si fa riferimento a Hugo de Rocca il quale possedeva il feudo di Oratino.
Il primo feudatario angioino di cui si conosce il nome è Eustachio d’Ardicourt il quale, secondo alcuni studiosi, ne era proprietario fin dal 1268. Il feudo di Oratino ebbe diversi assegnatari, fra i quali si ricordano Giovanni Lando, Pietro de Sus, la regina Sancia che lo ricevette dal marito Roberto d’Angiò. In seguito si avvicendarono, tra gli altri, i d’Evoli, i Gambatesa, gli Sforza e i di Capua.
Intorno alla fine del XVII secolo, il feudo fu venduto da Antonio Vitagliano a Marcantonio Giordano, di famiglia patrizia romana. Di questa famiglia gli storici ricordano in modo particolare Giuseppe Giordano, famoso per il suo mecenatismo e per la sua stoicità. Si racconta, infatti, che egli, in occasione del terribile terremoto di Sant’Anna, nel 1805, non volle abbandonare il palazzo, sebbene fosse in parte crollato.
Il Palazzo Giordano di Oratino sorge fuori del borgo murato, da cui è separato da una piazza.
Esso, nella seconda metà del Quattrocento, è sorto su probabili preesistenze di un’antica fortificazione quadrangolare con cortile centrale delimitato da torri angolari merlate. Sostanziali modifiche sono avvenute nel corso del XVIII secolo, quando il Palazzo fu ristrutturato dalla famiglia Giordano.
L’edificio si presenta oggi come una residenza nobiliare che ha perso il carattere di fortezza difensiva; anche l’area dell’antico fossato del castello è stata riempita e trasformata in un’ampia piazza.
Il Palazzo, a pianta quadrata, è impostato su due piani fuori terra costituiti da ambienti dislocati attorno ad un cortile centrale porticato, più un piano interrato.
L’ingresso principale è caratterizzato da un bel portale scolpito a palmette. Ingressi meno importanti sono aperti sugli altri tre lati.
Nel ‘700 il piano terra conteneva gli ambienti di servizio. I magazzini e le scuderie, mentre nel piano alto vi erano le stanze residenziali e un loggiato. Nel porticato si conservano una cisterna e una fontana in pietra, con lo stemma dei Giordano.
TORRE
Le indagini archeologiche condotte negli ultimi anni hanno permesso di scoprire che il primo insediamento della zona denominata La Rocca risale all’età del Bronzo.
La torre è quanto rimane del più antico nucleo abitativo medioevale di Oratino sorto su preesistenze sannitiche di cui sopravvivono due recinti concentrici.
La torre di Oratino si erge su uno straordinario sperone roccioso, caratterizzato da tre pareti verticali e da una parete a più lieve pendenza, in un contesto di straordinaria bellezza paesaggistica.
Domina la valle del Biferno ed è collegata visivamente con le altre fortificazioni presenti lungo la valle, in modo particolare con il Castello di Castropignano.
La torre, di struttura quadrangolare con leggera scarpa basamentale, è apparecchiata con una muratura di conci messi in opera con precisi e regolari filari orizzontali rinforzata agli angoli da pietre di grosso taglio.
L’ingresso, come tutte le torri medievali, si apre al primo livello, raggiungibile con scala retrattile.
L’interno, nel piano interrato, conserva un camino e la cisterna, mentre nel livello più alto, è ancora evidente l’imposta di una volta a botte.
La torre ha mantenuto negli anni la sua funzione di avvistamento e di comunicazione di pericolo incombente sul tratturo Ponte della Zittola-Lucera, segmento molisano del grande tratturo Castel di Sangro-Lucera e sul braccio Campobasso-Biferno.
Da Perrella O., Cavaliere G., 2006. Molise Castelli. Palladino Editore. Campobasso.
Perrella O., Di Rocco G., Greco G., Valente F. (a cura di), 2011. Atlante castellano del Molise. Castelli, Torri, Borghi fortificati e Palazzi Ducali. Palladino Editore. Campobasso.