Gli altari della chiesa ottocentesca di San Giorgio Intra Moenia, rivelano la devozione dei Reggini, secondo consuetudini e tradizioni. Alcuni Santi disponevano di culti (e statue o dipinti) che si protraevano da secoli e che oggi sono molto meno diffusi, se non del tutto scomparsi. Anche i censi e gli inventari di oggetti di proprietà della Parrocchia lasciano scorgere aspetti sociali e consistenze patrimoniali.
Nella Reggio ottocentesca, la Chiesa è tra le più frequentate del centro cittadino. E’ sita in uno slargo (non sempre sgombero da altre costruzioni) lungo la via principale. Un edificio antico con un portone e un cancello di ferro, fiancheggiato dalla casa canonica e da un campanile, peraltro relativo all’attiguo Orfanotrofio. All’interno della Chiesa, diversi altari e alcuni sepolcri gentilizi riportano nomi di famiglie estinte e di Santi che ricordano riti remoti. Sull’altare maggiore il Gran Quadro antico (olio su tela) col Titolare glorioso San Giorgio a cavallo, mentre trafigge il drago. Un secondo altare in pietra di Siracusa per Santa Filomena, a devozione del barone don Giacinto Sacco, accanto una Madonna del Pozzo in cera, sotto campana di vetro e una Sant’Anna su carta. Il terzo altare, in legno dipinto, era stato eretto dai Deputati del Cuore di Maria, con lapide. L’antica statua lignea di San Luigi Gonzaga era posta dentro una teca dorata, il così detto scarabattolo. Lungo le navate e in sagrestia si trovavano la Via Crucis; la Vergine del Carmine e San Giuseppe Patriarca; il Sacro Cuore di Gesù; la Madonna col Bambino, San Benedetto e Santa Scolastica, la Vergine Addolorata su carta e il ritratto di papa Pio IX.