La storia del territorio reatino e delle valli del Cicolano corre lungo i percorsi delle sue acque. Da sempre l’elemento “umido” ha svolto un ruolo centrale nel segnare l’identità del paesaggio, ma anche nel condizionare gli assetti territoriali, le scelte insediative, le articolazioni socio-economico-politiche e i modelli culturali. Le comunità succedutesi nel tempo hanno da sempre sfruttato le risorse messe a disposizione dagli ambienti fluvio-lacustri (flora e fauna) adattandosi ai loro caratteri peculiari. Le scelte operate hanno modificato l’aspetto dell’ambiente, conferendogli una forma che è tipica di queste comunità e non di altre; basti pensare alla fitta e articolata geometria dei campi della piana di Rieti che segnano il paesaggio agrario mezzadrile o il paesaggio montano dell’acqua fatto di abbeveratoi e stazzi, punti notevoli del territorio su cui poggia la pratica della transumanza, perno dell’economia armentizia.
Il paesaggio dunque è una sorta di “palinsesto” che conserva i “segni” della storia e della sua formazione. Studiare il paesaggio umido dei territori del SIMBAS, leggerlo, scomporlo nelle sue componenti, significa quindi ricostruire la storia millenaria del complesso rapporto tra uomo e natura. Si individuano gli equilibri di volta in volta raggiunti, ma anche le cause della loro immediata rottura, vedendo come la presenza dell’uomo ha risposto alle provocazioni dell’ambiente fisico e, in ultima analisi, in che misura vi si è adattato e ha adattato ad essi la propria cultura, il proprio modo di vivere, e come in questa dialettica ha plasmato la propria identità. Si può dunque parlare, soprattutto per l’agro reatino, di un “instabile” paesaggio forgiato sulla continua e drammatica storia umana, dalla protostoria fino agli anni ’50 del secolo scorso, tesa a strappare la terra alle acque: un paesaggio “liquido”, in cui l’alternarsi di suoli umidi, trasformati poi in suoli asciutti e adatti all’agricoltura, ha determinato l’identità degli uomini delle paludi diventati magistrali bonificatori e portolani.
