scultura del ventennio e nuove soluzioni
print this pageSia la cultura plastico figurativa che le tarde espressioni grafiche del Liberty degli anni precedenti la guerra risultano “congelate” dalla tragica parentesi dello scontro mondiale per riapparire alle soglie degli anni Venti sui monumenti ai caduti; a tale situazione si sostituisce una più rispondente e aggiornata tendenza figurativa e plastica, già avviata dalla rivista “Valori Plastici” nel 1918, e sostenuta dal movimento pittorico di “Novecento”, inaugurato dallo stesso Mussolini a Milano nel 1924. Questo nuovo orientamento si sarebbe rivelato più consono dell’attardato grafismo liberty a rappresentare il culto di una mascolinità guerriera che lo stesso Regime propagandava insieme a quel ritorno all’ordine che nelle arti si traduceva in forme e schemi che rivalutavano la tradizione italiana. Il messaggio patriottico intendeva andare oltre al frasario liberty, per riaffermare gli intenti celebrativi.
In Umbria, tra gli scultori che meglio rappresentano questa tendenza troviamo il perugino Enrico Cagianelli (1886-1938), il cui primo tributo alla memoria sembra essere stato il monumento ai caduti di Cannara (Pg) del 1920 che presenta forme solide e rinnovate che si distaccano dal Verismo di tradizione. Fra il 1923 ed il 1924 il Cagianelli realizza il monumento ai caduti di Gubbio (Pg), che incarna al meglio l’enfasi patriottica del momento e che propone nel rilievo retrostante del cavaliere un evidente riferimento al mondo quattrocentesco. Vale la pena porre in evidenza la volontà dello scultore di creare un dialogo tra presente e passato: fra il “condottiero moderno”, ovvero il legionario fascista vittorioso, ed il rilievo retrostante, incentrato sulla fierezza del condottiero antico con l’affollato seguito che digrada nel bassorilievo. Qui lo scarto cronologico di riferimento oscilla fra il trecentesco cavaliere Guidoriccio da Fogliano di Simone Martini, compresa la gualdrappa del cavallo, fino alla presenza di carattere del monumento equestre al Colleoni del Verrocchio passando per la versione pittorica di Andrea del Castagno e Paolo Uccello. Questa è una nostalgica ripresa che tradisce le scelte critiche sulla storia dell’arte italiana dell’epoca. Un altro significativo esempio dell’attività dello scultore è il tributo ai caduti di Marsciano (Pg), composto addirittura nel 1931 a guisa di fontana monumentale.
Il concetto di modernità si profila nella lapide di Ponte Valleceppi (Pg) dove l'antico fante è proteso verso un futuro industriale che affianca un panorama rurale. Nel celebrare in pietra e nel bronzo il sacrificio dei fanti, il giovane scultore perugino Aroldo Bellini (1902-1984) mostra di distaccarsi da una retorica patriottica per evidenziare la novità di un linguaggio formale che, superata la tradizione, si ricollega alla figurazione delle avanguardie storiche. Sono da esempio i due bassorilievi ed il legionario fascista morente, opere autografe che eseguì nel Sant'Ercolano di Perugia. Sul fronte degli architetti la personalità che porta soluzioni di novità è Alessandro Limongelli (1890-1932), autore del monumento di Acquasparta (Tr); in questo esempio si evidenziano schemi geometrici nella nuova impronta decò.