Gli arredi interni
print this pageMassimiliano, nella progettazione del Castello di Miramare, diede precise direttive in merito allo stile degli arredi, lasciando invece molta più libertà per la disposizione dei mobili. L’arredamento si doveva connotare per l’ampio impiego di boiserie, cosa che all’epoca era di uso comune sia a Vienna che a Trieste. In relazione agli interni della sua dimora, in alcuni appunti datati 1858, l’Arciduca scrive di stile antico inglese riferendosi molto probabilmente a quello che oggi viene definito stile medioevale e gotico. In una prima fase, Massimiliano affidò a Francesco Gossleth (1792-1879) l’arredamento del castello perlopiù seguendo lo stile Biedermaier in voga all’epoca. Nel 1869, tuttavia, operò un cambiamento di rotta: i lavori vennero affidati ad August La Vigne che lavorò secondo uno stile rinascimentale e secondo impero, che implicavano un maggior uso dell’oro e decorazioni uguali nel soffitto e nel pavimento. Fu lo stesso Massimiliano a definire l’iconografia che caratterizza la tappezzeria: un’ancora sormontata da una corona, simbolo del contro-ammiragliato, e gli ananas, emblema di prosperità e ricchezza. Questi parati, di manifattura lombarda, al piano terra assumono una colorazione azzurra mentre, al piano superiore rossa e più regale in riferimento all’incoronazione di Massimiliano a Imperatore del Messico. Per questo motivo viene inserito nel simbolo un’aquila con un serpente nel becco e la doppia M intercalata dalla I di Imperatore e primo in numeri romani. I diversi stili avevano il compito di distinguere la zona privata da quella ufficiale: nella prima prevale una decorazione a soggetto araldico con riferimenti al matrimonio di Massimiliano e Carlotta, mentre nella seconda sono impiegati soprattutto gli stemmi dell’Imperatore e della sua dinastia. La scala, per volere di Massimiliano, venne eseguita in legno di quercia e progettata per poter osservare, dalla vetrata prospiciente, i golfi di Duino e Trieste contemporaneamente. Tra il 1867 e il 1869, in seguito alla fucilazione dell’Imperatore Massimiliano in Messico, i lavori subirono un’interruzione. La Vigne concluse i lavori nel 1871. Bibliografia essenziale |
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