Serlio, Extraordinario libro di architettura... 1561
print this pageBUPD-35.c.15 | SERLIO, Sebastiano, Extraordinario libro di architettura di Sebastiano Serlio, architetto del re christianissimo. Nel quale si dimostrano trenta porte di opera rustica mista con diuersi ordini, & venti di opera dilicata di diuerse specie con la scrittura dauanti, che narra il tutto. In Venetia : appresso GioUambattista Marchio Sessa fratelli, [1561] La prima edizione italiana dell'Extraordinario libro di Serlio si ebbe a Venezia nel 1557, sei anni dopo l'editio princeps stampata a Lione in francese e italiano da Jean de Tournes (1551). Il libro non faceva parte dell'originario programma del trattato serliano, ma forse con l'aggettivo Extraordinario l'Autore intendeva rilevare la radicale e davvero clamorosa smentita dell'ortodossia vitruviana e classicista di cui si faceva portatore seguendo una linea di autonomia già evidenziata nelle Regole generali d'architettura del 1537 note anche come Quarto libro in cui pur facendo professione di fedeltà a Vitruvio si ritaglia da sperimentatore qual'era diversi margini di libertà. L'opera raccoglie cinquanta incisioni raffiguranti altrettanti portali, trenta di stile rustico e venti di "opera delicata", che Serlio realizzò come scrive nella dedica a Enrico II di Francia "quasi trasportato da un furore architettico" sentendosi "abbondare nove fantasie ne l'intelletto" "in questa solitudine di Fontanableo [Fontainebleau] dove sono più fiere che huomini". Nel proemio ai lettori poi, Serlio precisa che la ragione del suo essere stato "così licentioso" si deve al fatto che "la maggior parte de gli huomini appetiscono il più delle volte cose nuove" e soprattutto che molti desiderano nell'edificio qualche spazio "per porvi lettere, armi, imprese e cose simili: altri istoriette di mezo rilievo o di basso", o ancora teste antiche e moderne. Proprio a questo fine l'architetto ha usato varie "licentie", rompendo architravi, fregi, cornici, fasciando colonne ma sempre sulla base come tiene a precisare "di l'autorità di alcune antichità romane". |
Sul frontespizio del volume che è stato restaurato in epoca moderna, si possono intravedere diverse note, oltre al timbro della Biblioteca del periodo della dominazione austriaca: si tratta di una lista di acquisto di smalti e terre, di una ricevuta di pagamento e di alcune sigle in lettere maiuscole: "T" e "P.T." probabilmente da collegare alla firma di un "Paulus Torniellus" con la data "1613" che compare per esteso sulla prima tavola della raccolta. Sotto la maiuscole "PATO" si intravede quella che forse era un'altra nota di possesso, resa ora completamente illeggibile. |