Giovanni Calfurnio
print this pageBUPD-Sec.XV.427, Terentius Afer, Comoediae cum commentariis Aelii Donati et Johannis Calphurnii interpretatione in Heautontimorumenon, Venezia, Beuilacqua 14.XI.1495, front.
Citato col suo soprannome latino nel Cortegiano di Castiglione, Giovanni Perlanza de' Ruffinoni da Bordogna, che qui sopra vediamo ritratto insieme ai suoi auctores, nacque a Bergamo nel 1443, e studiò a Brescia e Padova, dove si addottorò e divenne lettore di retorica latina nel 1486, magistero poi tenuto nel generale apprezzamento di studenti e colleghi, fino alla morte, avvenuta improvvisamente nel 1503, Autore di un commento all'Heautontimorumenos di Terenzio (1476) e dell'edizione dei Problemata di Plutarco, nella traduzione latina di Giovan Pietro Vitali d'Avenza, di edizioni di Ovidio e Catullo, scelse il nome latino di Calfurnio per l'amore alle egloghe di Calpurnio Siculo. Alla sua morte, il discepolo Benedetto Caravaggio ne salvò la ricca biblioteca di cui redasse l'inventario: 229 volumi, fra i quali classici latini e greci, opere grammaticali ma anche di molti umanisti (Alberti, Aretino, Biondo, Bracciolini, Ficino, Filelfo, Poliziano): i libri, poi donati al monastero di San Giovanni di Verdara che gli eresse, in ringraziamento, un monumento sepolcrale, furono però per la maggior parte dispersi già in antico.
Bibliografia: V.Cian, Un umanista bergamasco del Rinascimento: Giovanni Calfurnio, Milano : L. F. Cogliati, 1910; V.Cox, Rhetoric and humanism in Quattrocento Venice, in "Renaissance Quarterly", 56/3 (2003), pp.652-694.