Gli opuscoli raccolti nell’album Libretti Popolari. Storie e leggende di Napoli da Vittorio Imbriani e Antonio Casetti - e pubblicati nel 1866 - furono divisi in 12 categorie, in base all’argomento: briganteschi, storici, romanzeschi, di giuochi, biblici, cristologici-evangelici, partenografici, agiografici, leggendari, escatologici, catarmologici, pedagogici e morali, di contrasti, faceti.
Le storie di genere brigantesco raccontano le vicende di briganti e malfattori che, nella tradizione orale, i cantastorie hanno reso tristemente famosi per le loro oscure e truci gesta. Si tramandano fatti e personaggi sanguinari legati ad orribili vendette, maltrattamenti ed uccisioni, imboscate, cupi ed appassionati amori. Il linguaggio ricorrente è un misto di approssimativo italiano e di zoppicante dialetto napoletano, rivolto ad un pubblico popolare: infatti, lo stile che caratterizzava la narrazione ne consentì una larga diffusione. A corredo dei testi, sui frontespizi, si rinvengono immagini xilografiche, allusive alle «Istorie e Imprese» descritte. Le incisioni - probabilmente di antica fattura e segnate dall'usura del tempo - ritrovano forma nelle botteghe dei tipografi napoletani dell'Ottocento. Gli intagli, destinati ad illustrare le storie e le leggende, benché di modesta qualità contribuirono alla diffusione del genere letterario brigantesco.
Nell'album si rinvengono, di seguito, opuscoli che narrano episodi appartenenti al genere storico, come l'assedio di Malta del 1565 da parte dell'Impero Ottomano. I Turchi volsero alla conquista di Malta per eliminare l'Ordine Ospedaliero di San Giovanni. La strenua difesa dei cavalieri e dei maltesi obbligò, infine, gli invasori alla ritirata.
Il genere romanzesco comprende alcune «Istorie» che rimandano a poemetti di origine quattrocentesca, come quello di Ottinello e Giulia; alle vicende di Guerino il Meschino che combatte contro i Saraceni, un racconto che trae origine dal componimento in versi della celebre poetessa cinquecentesca, Tullia D'Aragona. Infine, alla storia di Fiorlinda, bellissima figlia di un pescatore napoletano, sposa del Principe di Gaeta: un'intricata vicenda amorosa, nella quale Fiorlinda, benché insidiata da un ricco mercante, non cede alle lusinghe e conserva le sue virtù. I racconti della donna morigerata e fedele costituivano un tema ricorrente nella tradizione popolare della letteratura europea.
Per i giuochi un libretto ed una tavola xilografica. Nel libretto «Bellissimo e virtuoso...», un lungo elenco illustra bizzarri ed antichi giochi di destrezza e di illusionismo. La xilografia «Statt' attiente peccerelle» riporta un'iscrizione didascalica che mette in guardia, con un severo monito, il giocatore; al centro della ruota numerica è raffigurata la dea bendata che regge la cornucopia dell'abbondanza.
Il genere biblico è narrato con la tragica storia di Giuditta e Oloferne e con quella di Giuseppe, figlio di Giacobbe. La raffigurazione iconografica delle vignette accentua la fama degli episodi.
Nel genere partenografico si colloca «La Zingarella che indovina...»: la storia della Sacra Famiglia che, in fuga verso l'Egitto, incontra una zingarella che invita la Vergine con il Bambino e San Giuseppe nella propria casa. Nella tradizione popolare, la zingara è un personaggio ricorrente che annuncia la Nascita o il Martirio del Redentore.
Le due storie dedicate a Santa Elena ed a Santa Filomena - particolarmente venerate nella devozione popolare - connotano il genere agiografico. Narrano le vicende biografiche delle Sante, culminate con il loro Martirio: la regina Elena, che da Bisanzio giunse in Terra Santa per venerare la Croce del Salvatore; la principessa Priscilla che, per amore di Cristo, ripudiò l'imperatore Diocleziano.
La «Storia del Cavalier Turchino» appartiene al genere del contrasto, un tipico componimento, in versi o in dialogo, della letteratura medievale. L'autore, Donato Di Bernardo, non compare sul frontespizio, ma si rinviene alla pagina 8 dell’opuscolo. La vignetta xilografica raffigura i protagonisti del contrasto: la Morte con la falce ed il Cavaliere che, nell'atto di deporre la spada, si arrende al suo destino.
Il «…Giudizio Universale...» argomenta il genere escatologico. La xilografia raffigura il Cristo benedicente. Una schiera di Angeli, annuncianti la Salvezza, circonda il Redentore. In basso, le anime dannate.
Infine, due esempi di genere faceto: una graziosa canzone carnevalesca di un giardiniere, rivolta alla fanciulla amata; una «Raccolta di varie canzoni...», composta in strambotti, ovvero brevi componimenti poetici siciliani dedicati all'amore, alla partenza, alla lontananza, alla gelosia, allo sdegno. Nella vignetta di quest'ultimo componimento è effigiata la Sirena Partenope, emergente dal mare. Il tipografo-editore napoletano, Avallone, ripropone l'antica marca di Giacomo Raillard ed Antonio Bulifon che, alla fine del XVII secolo, contrassegnava le loro pregiate edizioni partenopee.