Stefano Lecchi, 1849, carta salata da calotipo, 160x224 mm.
Iscrizioni: (recto) a destra in basso a matita “S. Lecchi”, in alto leggero segno di marginatura orizzontale a matita; (verso) a matita blu-violacea al centro “Calandrelli” e in alto a destra “31”, al centro timbro tondo a inchiostro blu “B.V.E.”, di lato a destra timbro numerico a inchiostro blu “961388”.
Breccia tra VI e VII bastione delle mura gianicolensi. Sulla sinistra si nota la posterula di villa Barberini. Sono ben visibili le fascine sulla breccia. Sulla destra forse gli stessi figli del fotografo: i due ragazzi sono probabilmente gli stessi osservabili nella fotografia n. 35. Sulla strada si notano segni evidenti di ruote. Esiste una fotografia di Flachéron che riprende da maggiore distanza la stessa breccia, cfr. Dagli Anni Santi al Giubileo del duemila..., p. 224. La breccia è schematicamente rappresentata anche in Torre, Memorie storiche..., Pianta dell’assedio al n. 3 Alzato della breccia aperta nella cortina (6°, 7° e della Batt.ia N° 11).
Biblioteca di Storia moderna e contemporanea Ft.A.31
Citazione bibliografica
Il 12 giugno «verso il tramonto Oudinot mandò un’intimazione di resa; essa venne rifiutata, e la mattina del 13 l’assediante smascherò sei batterie. La lotta durò tutto il 14 ed il 15, e gli sforzi dei francesi si concentrarono contro i bastioni 6-7, il cui fuoco fu completamente spento». Pisacane, Guerra combattuta in Italia..., p. 270.