Il grande Sion, il Sinai e il piccolo Sion

immagine della copertina del libro 'Il grande Sion il Sinai e il piccolo Sion'

 

Il grande Sion, il Sinai e il piccolo Sion: (Dove ha posto Dante l'entrata all'inferno?)

Roma, Tipografia della R. Accademia dei Lincei, 1915, 26 p., 8 fig.       BENIN.533/11 Misc.44.24

Primo contributo di Benini che affronta in dettaglio la geografia dell’Inferno dantesco, l’opuscolo del 1915 rivede il luogo comune secondo il quale l’Inferno sarebbe posto sotto il piccolo colle di Sion a Gerusalemme su cui sorgeva la rocca di Davide, senza peraltro indicarne il luogo preciso.
Gli indizi disseminati da Dante all’interno del poema, i dettagli astronomici, geografici, naturalistici ma anche storico-religiosi propenderebbero tutti, secondo Benini, a svelare l’equivoco del ‘grande’ e del ‘piccolo’ Sion. Per Benini, Dante avrebbe posto l’ingresso dell’Inferno non nei pressi di Gerusalemme, ma in quelli del ‘grande’ Sion, il ‘monte di Dio’, il Sinai, dove Mosè ricevette le tavole della Legge. Dante “non nomina mai il Sinai; nomina invece il Sion come antipodo del monte del Purgatorio” (p. 4). Eppure la Bibbia quando parla di Sion si riferisce in genere ad un Sion poco geografico, ma che ha nel Sinai il proprio fondamento fisico. Questi gli elementi che, secondo Benini, fanno propendere per l’individuazione dell’ingresso dell’Inferno presso il Sinai:

  • Beatrice, in Par. 55-57, paragona il viaggio di Dante a quello degli Ebrei verso la terra promessa (“che d’Egitto / vegna in Gerusalemme”): difficile pensare che l’Egitto (anche simbolico) della sua partenza possa essere Gerusalemme (sarebbe partito da un terra promessa!).
  • Il monte di Inf. I, 29 era una piaggia diserta e incontra Virgilio nel gran diserto: paesaggio coerente con l’ambiente del Sinai, molto meno con quello di Gerusalemme.
  • Il monte è inaccessibile, guardato dalla lonza, dal leone e dalla lupa; il ‘piccolo’ Sion lo è davvero poco, mentre il Sinai è oggetto del divieto divino: Omnis qui tetigerit montem morte morietur (Es. 19,12).
  • Nelle vecchie carte (in particolare in quella di Marin Sanudo) il Sinai sta sulla linea retta Damiata-Creta-Roma indicata dalla statua di vegliardo sull’isola di Creta, da cui nasce il fiume infernale (Inf. XIV, 104-105). È probabile che il Flegetonte prosegua in linea pressoché retta da Creta a Damiata e arrivi sotto il Sinai: per arrivare a Gerusalemme dovrebbe compiere una deviazione.
  • In Purg. I, 29-30 Dante afferma che la costellazione del Carro era sparita; se l’antipodo del Purgatorio fosse Gerusalemme si sarebbero potute vedere solo due stelle del Carro; se invece l’antipodo fosse posto nel Sinai, il carro sarebbe stato totalmente visibile.
  • Il moto apparente del sole, che nell’emisfero australe è rivolto verso Nord, secondo Dante quinci si parte / Verso settentrion quanto gli Ebrei / Vedevan lui verso la calda parte (Purg. IV, 82-84). Secondo Benini Dante usa il termine ‘Ebrei’ per indicare il popolo ancora in fuga verso la terra promessa; in caso contrario avrebbe usato il termine ‘Giudei’.
  • Nell’espressione di Purg. IV, 66-67: Vedrai come a costui convien che vada / Dall’un, quando a colui dall’altro fianco, Dante avrebbe alluso a Ps. 47, 2-3: Mons Sion, latera Aquilonis.