Abruzzo

Le origini della secolare tradizione abruzzese del merletto sono ancora oggi poco conosciute anche se gli storici ipotizzano un influsso determinante da parte delle maestranze lombarde che si trasferirono nel territorio abruzzese per partecipare alle attività di ricostruzione dopo il terremoto del 1456.
La straordinaria diffusione dell’arte del merletto è poi certamente da collegare all’impiego del tempo libero da parte delle donne nel corso dei mesi invernali quando, non essendo impegnate nelle abituali attività della campagna, si dedicavano quasi esclusivamente a confezionare raffinatissimi manufatti di pizzo lavorati soprattutto al tombolo.
E’ datato al 1493 un prezioso documento in cui la regina Isabella d’Este esprimeva il suo stupore per la bellezza dei merletti confezionati dalle donne aquilane.
La tecnica di lavoro che trovò maggiore spazio di utilizzo fu, sin dall’inizio, quella del tombolo, un rullo della larghezza di 25-30 cm e del diametro di 15-20 cm, imbottito con crine vegetale o paglia, foglie secche o segatura, associato a coppie di fuselli, bastoncini di legno di numero variabile attorno ai quali viene avvolto il filo.
Le località abruzzesi dove è maggiormente testimoniata la cultura del merletto sono L’Aquila, distintasi nel tempo per la raffinatezza dei manufatti prodotti con preziosi, sottilissimi fili e destinati ad acquirenti aristocratici; Pescocostanzo, dove le donne tessevano merletti di tipo più popolare e rustico con tecniche a mano libera, senza, cioè, l’utilizzo di uno schema predisposto.
Quanto al merletto prodotto a Scanno, se ne evidenzia la peculiarità costituita dai caratteristici disegni geometrici eseguiti con punti di origine lombarda, veneta e genovese: il punto retine, il punto tela e il cosiddetto punto palmetta, utilizzato per riempire gli spazi del tessuto.
La solidità e la continuità della tradizione tessile del merletto è testimoniata nella regione dalla nascita nel corso del XIX secolo di scuole e laboratori per l’insegnamento di questa preziosa arte.
La cittadina di Pescocostanzo ha allestito negli anni Novanta, all’interno del seicentesco Palazzo Fanzago, una Mostra Museo del Merletto e una Scuola per il Tombolo che continua a formare numerosi e appassionati artigiani. Nelle sale del Museo sono esposti manufatti provenienti da collezioni private e pubbliche a partire dal XVIII secolo.