Il merletto in Umbria è strettamente legato alla lavorazione dei tessuti e veniva praticato fin dal XII secolo. Tale tecnica, estremamente sofisticata, ha subìto l'influenza della tradizione francese e in particolare degli arazzieri di Lille e di Giacomo Bergierès. Questi tessuti sono connotati da forme tipiche di Perugia, come la famosa "tovaglia perugina”, tessuta a occhio di pernice in lino bianco con fasce blu, in uso sacro o profano, riconoscibilissima in alcuni dipinti duecenteschi, conservati nei musei e nelle chiese umbre. I tessuti dell’Umbria acquistano rinomanza e pregio, anche per i tovagliati e i merletti di Orvieto, il ricamo di Assisi e di Città di Castello. La lavorazione di questi tessuti, divenuti nel tempo famosissimi sia in Italia che in tutta Europa, si ispira alla cultura medio-orientale e si esprime con motivi e decorazioni geometriche, figure umane, o animali e frasi augurali. In Umbria il merletto a fuselli è prodotto ancora a S. Giustino, presso Città di Castello.
Tra Ottocento e Novecento si assiste alla ripresa imprenditoriale, che avviene in prevalenza con la tecnica del telaio jacquard a battuta manuale. Ancora oggi il revival delle tecniche e dei modelli medievali e rinascimentali, si traduce nella ripresa della tessitura manuale: ci sono ancora artigiani che utilizzano metodologie antichissime. Nell'area del Lago Trasimeno, a Panicale e sull'Isola Maggiore, fin dagli inizi del Novecento, si è conservata una notevole attività nella produzione di merletti e pizzi. Pizzi d'Irlanda e merletti realizzati al tombolo sono esposti nel centro dell'isola, in una mostra-mercato permanente .A Città di Castello e ad Assisi la ripresa del punto rinascimentale a doppia croce detto punto Assisi, Orvieto invece si fregia della superba produzione della Ars Wetana, particolare tipo di merletto irlandese, famosissimo in tutto il mondo.
Oggi esistono, in tutta la regione, fabbriche che hanno storia secolare e sono presenti sul mercato con una produzione artigianale ricchissima e di gran pregio.