Trentino-Alto Adige

Nel XIX secolo in Trentino esisteva una scuola di merletto a Rovereto, mentre a Trento il compito di diffondere quest’arte spettava ai conventi. In Alto Adige, la lavorazione del merletto a fuselli era  concentrata a Merano, Bocenago, in Val Sarentina e in Valle Aurina, mentre a Bolzano presso il Museo Civico è possibile  ammirare dei merletti risalenti al  XIX secolo.
Presso la scuola di Cles (TN), fin dalla sua nascita nel 1874, il merletto al tombolo è stato equiparato ad una forma di scrittura pittorica e l'educazione delle allieve si è impostata verso la cura del bello e della perfezione  esecutiva.
I merletti rappresentano la sintesi di un processo di ricerca, di studio, di creatività e di buon gusto. Servendosi della tradizione si è proposta una lettura del merletto più attuale e più rispondente al gusto e ai modelli di vita e del costume contemporaneo. Utilizzando fili colorati di lino, cotone, seta, fili d'oro e d'argento è stato possibile dare un'impronta moderna ed originale ai vari tipi di lavoro.
A Predoi, (BZ) il merletto a tombolo è di  casa. Alla fine dell’Ottocento alcune donne del luogo vennero mandate a Vienna per seguire dei corsi di merletto nel tentativo di trovare nuove fonti di sostentamento dopo la terribile crisi economica che aveva investito quella zona con la chiusura delle miniere. Al loro ritorno l’arte del merletto venne diffusa e tramandata a donne e bambine. Nel 1908 venne fondata una prima scuola statale per il pizzo al tombolo che conobbe vicende alterne e interruzioni a cavallo tra i due conflitti mondiali. Più tardi, grazie alla fondazione dell’associazione “Scuola del tombolo Predoi” vennero istuiti numerosi corsi che continuano a svolgersi ancora oggi.  Nella scuola si insegna sia il merletto antico sia il pizzo moderno. Il filo utilizzato è tradizionalmente di lino, ma si usa anche il cotone.
A Javrè (TN), all’inizio del secolo scorso, nacque una delle "Imperiali Regie Scuole di Pizzi e Merletti" che l’amministrazione austriaca volle nei suoi territori per offrire una fonte di guadagno alle donne, prima insegnando loro gratuitamente la tecnica del merletto a fuselli, poi commercializzando i manufatti  prodotti. All’atto dell’assimilazione delle scuole ex asburgiche alle scuole italiane, la scuola di Pizzi di Javrè venne riconosciuta quale "Regia Scuola di Merletti". Alterne vicende coinvolsero la scuola, la cui attività prosegui nel tempo anche grazie al sostegno delle Amministrazioni locali. La scuola venne definitivamente chiusa nel 1990.
Attualmente, grazie all'impegno tenace di associazioni culturali operanti sul territorio si è cercato di riportare l’attenzione su questo merletto tipico e sulla sua storia.  L’associazione “Al Filò dal Lundì” del Circolo Culturale di Javrè ripropone oggi la tradizionale lavorazione a fuselli, non trascurando una sua rilettura in chiave moderna, con l'uso di nuovi disegni, nuovi spunti, nuovi materiali.
Già più di un secolo fa, risulta accertata a Luserna (TN)  la presenza di una rinomata scuola di pizzo antico. Si narra che molti degli abiti più sontuosi delle dame dell’Ottocento siano stati ricamati proprio dalle abili mani delle donne di questo piccolo paese di madrelingua cimbra. Contrariamente alle altre trine eseguite con un solo filo e con l’aiuto dell’ago, dell’uncinetto oppure dei ferri, questi merletti si ottengono mediante l’intreccio di un numero illimitato di fili.