Le origini della produzione di merletti a Gorizia sono legate all'arrivo in città dell'ordine religioso delle Orsoline nel 1672. Le religiose fondarono un convento e aprirono la prima scuola femminile della città dove avviavano le giovani alla lavorazione del “merletto a fuselli”. Si può supporre che alcune suore fiamminghe, abili in quest'arte, siano state mandate a Gorizia e abbiano diffuso le loro conoscenze nella zona. I merletti delle Orsoline venivano richiesti soprattutto per la realizzazione di paramenti sacri. Con il passaggio di Gorizia al Regno d'Italia, l'insegnamento del merletto a fuselli proseguì sotto l'amministrazione dei "Regi corsi di merletto". Negli anni Quaranta del secolo scorso, invece, le esperte merlettaie goriziane divennero anche ideatrici di un punto particolare, scoperto casualmente nel tentativo di svelare la tecnica seicentesca fiamminga. Usando la tecnica del nastrino continuo, con solo tre paia di fuselli e con barrette sottilissime e cortissime create con un filo unico durante il lavoro, le merlettaie diedero vita ad una sorta di disegno apparentemente caotico ma al tempo stesso equilibrato, detto punto fiandra.
Nel secondo dopoguerra, a partire dal 1946-47, proseguirono i corsi di merletto; dal 1978 essi furono organizzati dalla "Scuola dei corsi di merletto" di Gorizia con lo scopo di diffondere la pratica in tutto il territorio della regione anche attraverso l'organizzazione di mostre, convegni e concorsi settoriali. Gorizia è oggi rinomata in tutta Europa per l’eccellente scuola di merletto, dalla quale escono preparatissime maestre. La scuola è gestita dalla "Fondazione Scuola dei Merletti di Gorizia” con il contributo delle Amministrazioni locali. La Fondazione inoltre realizza attività di ricerca, di studio e valorizzazione del merletto goriziano.
Presso il Museo della vita contadina a Fagagna (UD) è ricostruita la storica scuola di merletti fondata alla fine dell’Ottocento dalla contessa Cora Slocomb di New Orleans, che aveva sposato il conte friulano Detalmo di Brazzà e al castello di Brazzà (distante pochi chilometri da Fagagna) creò la prima scuola, alla quale seguirono altre sei che furono riunite nelle "Scuole cooperative di Brazzà" a cui faceva capo tutta l'organizzazione. La scuola si specializzò e si diffuse per la produzione di un merletto che, per la bellezza, faceva concorrenza a quello di Burano. La produzione di Brazzà era contraddistinta dalla ricostruzione al tombolo di antichi merletti della preziosa collezione della contessa Cora; lei stessa, che sapeva lavorare al tombolo e disegnare, ne aveva descritto i punti alle merlettaie, traendo i disegni dai libri cinquecenteschi di modelli. La produzione di merletti d’arte venne apprezzata ed acquistata da una clientela molto vasta ed esigente; dame di corte e numerose nobildonne furono assidue clienti, come è testimoniato dai disegni di corone e di stemmi nobiliari che venivano eseguiti per personalizzare i corredi. La scuola ebbe vita rigogliosa fino agli anni Cinquanta circa e terminò, per una serie di mutamenti sociali ed economici, intorno agli anni Sessanta.
I disegni della Scuola, i registri e numerosi e preziosi manufatti, conservati fino a poco tempo fa dalle Suore di Maria Bambina, che hanno raccolto l’eredità della scuola fino alla sua chiusura, sono ora patrimonio del Museo della vita contadina “Cjase Cocèl” di Fagagna.