Liguria

La lavorazione dei merletti a fuselli nella città di Genova ebbe origine seguendo i disegni veneziani eseguiti per le trine ad ago. Le merlettaie liguri continuarono per tutto il Cinquecento a riprodurre con i fuselli disegni ad ago veneziani e lo facevano con un loro sistema, ovvero intrecciando i fili con il metodo della stuoia. Con il punto a stuoia si lavorava l’armelletta genovese che consentiva di ottenere perfette foglioline a forma di seme, caratteristiche del reticello, e con un sistema molto simile, i triangolini del punto tagliato. La città ligure si distinse alla fine del Seicento per la produzione di un genere di trina assai originale, detto rosoni di Genova, punte rotondeggianti utilizzate come rifiniture di colli e maniche, di grande effetto decorativo. Il punto di Genova diventò il merletto da abbigliamento per eccellenza, ornamento prescelto dai nobili europei. I merletti liguri non furono indossati soltanto dalle dame, ma erano richiesti soprattutto dalla clientela maschile. Il merletto infatti risultava piuttosto consistente e rigido, caratteristica questa che ne determinò l'utilizzo come guarnizione di colletti, polsi, giarrettiere, ornamenti intorno agli stivali e fiocchi per le scarpe. Le merlettaie liguri erano molto abili nel manipolare numerosi fuselli e inoltre lavoravano con qualsiasi tipo di filato: oro, argento, seta, lino, aloe. Nel XIX secolo la manifattura si estese ai centri della costa ligure, in particolare a Rapallo, Santa Margherita Ligure, Camogli nella riviera di Levante e ad Albisola, località della riviera di Ponente, dove, oltre al merletto tradizionale, le donne si dedicavano anche all'imitazione di merletti stranieri.
Nei primi anni del Novecento a Rapallo iniziava l’attività della manifattura Zennaro che, per soddisfare le esigenze della clientela, puntava sulla qualità del lavoro e dei filati. Zennaro impiegava il punto Genova per guarnire capi di tovagliato e nella realizzazione di accessori di abbigliamento come colletti e polsini con decorazione a rosoni. Il laboratorio Zennaro formò intere generazioni di merlettaie. La produzione di merletti raggiunse allora livelli qualitativi  tali da superare i confini liguri ed approdare ai mercati nazionali ed internazionali, conseguendo anche prestigiosi riconoscimenti. Tutti i suoi campionari sono conservati attualmente nel Museo del merletto presso Villa Tigullio a Rapallo.
Ma la Liguria è anche la regione dove si è maggiormente affermata la produzione del pizzo macramè. Questo merletto a nodi, la cui tecnica di esecuzione proveniva dal lontano Oriente, si diffuse soprattutto nella zona di Chiavari e veniva utilizzato come ornamento per asciugamani, lenzuola, tovaglie che andavano a far parte di corredi da sposa e arredi ecclesiastici.
La produzione di merletti è ancora oggi molto viva in questa regione grazie all’attività di associazioni operanti sul territorio impegnate in una serie di iniziative volte a rilanciare l'imprenditorialità e la creatività femminile.