Ferruccio Tansini nasce a Piacenza nel 1876. Appartenente ad una vecchia famiglia di artigiani apprende giovanissimo il mestiere di fabbro dal padre, al quale subentra nel 1899 nella bottega di via Alberoni. Nel 1913 si iscrive al Partito socialista e nel 1915 si schiera tra gli interventisti.
Nell’ottobre del 1920 è tra i candidati al consiglio comunale e provinciale (“Bandiera Rossa”, 31 ottobre 1920); nel novembre del 1920 viene nominato sindaco di Piacenza (“Bandiera Rossa”, 13 novembre 1920) e il suo comportamento fermo e corretto, oltre alla sua professione, gli valsero la qualifica di “sindaco di ferro”.
Rivestirà la carica fino all’agosto del 1922 quando l’intera giunta sarà costretta a dimettersi a causa delle pressioni fasciste (“La Scure”, 18 agosto 1922).
Tornerà al suo mestiere di fabbro per poi aprire una rivendita di materiali edili.
Finita la guerra partecipò alle vicende politiche della città rimanendo nelle file del partito socialista per poi aderire, nel 1947, al Partito Socialdemocratico.
Morirà a Piacenza nel 1957.