Piazze e Barriere

Le piazze sono il punto focale del Piano regolatore del 1935. Nel progetto si identificano tre tipologie: quelle antiche da modificare tenendo conto delle nuove teorie urbanistiche; quelle che da barriere, demolite a partire dall'aprile del 1930, verranno trasformate in Piazzali e infine quelle nuove che però poi non saranno realizzate.

Per quanto riguarda le barriere si tratta della trasformazione delle antiche porte medievali e rinascimentali. Le barriere erano luoghi di chiusura della città verso l’esterno, lì si situava la dogana e per entrare in città era necessaria una registrazione. Della barriera si modifica la natura quando lo sviluppo industriale dilata la città oltre la cinta fortificata; si trasforma in piazza, o meglio in piazzale per smistare il traffico in entrata o uscita, e diventa anche luogo che delimita la città vera e propria dalla periferia.

I piazzali diventano quindi snodi periferici che immettono su strade che portano ai grandi centri. Questa vocazione è confermata dagli stessi toponimi: Barriera Milano, Barriera Roma (ex Barriera Cavallotti), Barriera Genova, Barriera Torino e Piazzale Marconi (ex Porta nuova). I piazzali quindi intesi come slarghi perdono il senso storico della piazza che, quale fulcro del tessuto insediativo circostante, esercitava funzioni di pubblico interesse.