I cataloghi a schede, già piuttosto diffusi almeno in Francia e in Italia nel XVIII secolo e spesso realizzati utilizzando carte da gioco, erano inizialmente impiegati soprattutto per il lavoro interno e di preparazione dei cataloghi al pubblico, che venivano generalmente copiati a mano in volumi di grande formato e di una certa robustezza.
Occorre però considerare che generalmente, fino alla fine dell'Ottocento, la consultazione dei cataloghi era riservata al personale della biblioteca, che vi svolgeva le ricerche su richiesta dei lettori; in alcune biblioteche, però, anche i lettori potevano essere ammessi a consultarli direttamente.
In Italia, il più noto catalogo a schede antico è quello introdotto da Paolo Maria Paciaudi alla Biblioteca di Parma durante la sua direzione (1762-1785).