Come per le richiesta in consultazione, già nell'Ottocento varie biblioteche si dotarono di moduli in parte prestampati per le richieste o le ricevute dei prestiti.
I moduli di richiesta erano spesso divisi in più parti da separare, destinate ad esempio ad essere collocate al posto del volume e/o in schedari dei prestiti in corso, o a servire come permessi di uscita per il lettore o, dopo la restituzione, come ricevute.
Gli ammessi al prestito ricevevano di solito anche una tessera e i prestiti stessi erano in genere riportati, a cura del personale, in un registro, in cui veniva poi annotata la restituzione (spesso, ma non sempre, con la relativa data).
Nei paesi anglosassoni, ma a volte anche in Italia, nei libri destinati al prestito era spesso applicata una tasca, contenente una scheda che veniva estratta per essere conservata dall'Ufficio prestito fino alla restituzione (in genere con l'annotazione della data e del nome del lettore).
Nei libri veniva spesso incollato anche un foglietto su cui si indicava la scadenza del prestito, come promemoria per il lettore.
Questo scadenzario svolgeva anche la funzione, molto utile, di poter vedere senza particolari ricerche quante volte e in che periodi il libro era uscito in prestito; in particolare, la data dell'ultimo prestito era tenuta in considerazione per lo scarto o per la collocazione in depositi del materiale meno richiesto.
Per il prestito interbibliotecario esisteva di solito una modulistica specifica, e da parte dell'IFLA fu realizzato un modulo standard molto funzionale, in inglese e francese, con più copie a ricalco.