Didattica e ricerca, nella vita e nell’opera di Piero Camporesi erano strettamente intrecciate, ben al di là della normale diligenza accademica. Non soltanto i corsi riflettevano gli itinerari di ricerca, ma spesso diventavano l’occasione per intraprendere nuove piste, nutrendosi, in un profondo rapporto osmotico, delle suggestioni e delle sollecitazioni che provenivano dagli studenti stessi. Le esercitazioni di ricerca che Camporesi assegnava loro, nel rispetto delle curiosità che manifestavano, erano spesso occasioni per approfondimenti disciplinari del tutto originali, rasentando in molte circostanze l’ampiezza e l’intensità di una tesi di laurea: non rappresentavano soltanto un’attenta metodica disciplinare per superare il successivo esame, ma diventavano - sotto l’influsso di un’attenta revisione da parte sia del docente, sia dello studente - spunti e tessere di un mosaico di ricerca collettiva che lo stesso professore utilizzava per approfondire i suoi temi congeniali e affrontare nuove prospettive.
La scelta didattica delle sue lezioni (sempre riccamente ordita attorno al canone della letteratura italiana) mirava a trasmettere conoscenza divertendo la platea, che sapientemente irretiva con un eloquio elegante ed evocativo - del tutto analogo alla sua scrittura - pronunciato sempre a bassa voce in modo da indurre attenzione e partecipazione, e a cui aggiungeva il fascino dei rari e preziosi libri tratti dalla sua personale biblioteca, che amava condividere con il suo pubblico, illustrandone storia, forme e contenuti.
(testo a cura di Alberto Natale)