La Casa dell'eternità di Piero Camporesi è uno dei libri più suggestivi e affascinanti da lui scritti. Il grande studioso ci propone le forme con cui l'immaginario cristiano, e specie tra riforma e controriforma, tra metà Cinquecento e primo Settecento, va definendo il Regno dell'aldilà, dell'eterno destino dell'uomo dopo la sua morte (appunto la “casa dell'eternità”). In particolare Camporesi analizza il Regno più tristemente popolare, fatto di tinte le più fosche e terrificanti ovvero l'Inferno; quell'Inferno cui già il Medioevo e Dante in particolare avevano dato corpo e "geografia": giovandosi di fonti tutte di prima mano, in particolare trattati di demonologia e esorcismo, libri di confessioni, atti di processi e torture, Camporesi ci riporta agli occhi il paesaggio brulicante di dannati di un inferno di cui in quell'epoca si voleva suscitare il terrore, come forma stessa di dominio sulle coscienze e di controllo sociale così come emerge dalle sue brillanti pagine di vero "scrittore". In quelle pagine, qua e là, non mancano di brillare guizzi sagaci di ironia e gusto del grottesco tipici della sua verace anima romagnola.
(testo a cura di Gian Mario Anselmi)