La Siena di Pio II
print this pageSe il Trecento per Siena rappresenta il periodo di massimo splendore in ambito politico, economico, sociale e artistico, il secolo successivo segna l'inizio del progressivo declino della città, il cui destino sembra irrimediabilmente proiettato verso la crisi finale.
La struttura di governo continua a mutare frequentemente e nel 1403, dopo la fine dell’oligarchia del Governo dei Nove Priori, una rivolta popolare sfocia nella liberazione di Siena dal governo dei Visconti di Milano, cui Siena era stata brevemente ceduta (1399) e nell'istituzione del Governo dei Dodici Priori, che rimarrà in carica fino al 1480 garantendo alla città un periodo di relative pace e prosperità. Ciononostante, il periodo di splendore della Repubblica senese, minato da continue lotte intestine e rivolte nel territorio si avvia verso un lento ma inesorabile declino.
L'assunzione al soglio pontificio di Enea Silvio Piccolomini, eminente esponente di una delle più note famiglie patrizie senesi, costituisce una parentesi dorata in questo periodo. Pio II, infatti, papa tra il 1458 e il 1464, umanista e letterato quanto politico finissimo, ricoprì un ruolo di importanza fondamentale per la sua città natale. Alla sua grandiosa attività di mecenate si deve infatti la grande fioritura delle arti a Siena e nel suo territorio, soprattutto nel completo rinnovamento di Pienza, luogo di nascita nel pontefice, affidata a Bernardo Rossellino. Dal punto di vista politico, Pio II elevò Siena ad arcivescovado ed esercitò un forte influsso sulle vicende della città, in particolare sulla riforma grazie alla quale i nobili vennero riammessi al governo.
L'influenza di Enea Silvio Piccolomini, ancora vescovo di Trieste, nella vita politica senese si riflette nella decorazione delle tavolette della Biccherna già nel 1449, con la rappresentazione dell'incoronazione di papa Niccolò V, avvenuta nel 1447. Il collegamento della città di Siena a vicende di politica internazionale di questo calibro va ricercato nell'influente famiglia Piccolomini, che aveva un suo esponente nel consiglio della Biccherna che, con la scelta di questo tema, simboleggia la propria riconoscenza al futuro pontefice.
Pittore senese, Incoronazione di Papa Niccolò V, (n. inv. 028)
Il soggetto che ispira questa tavoletta è ancora una volta Enea Silvio Piccolomini, celebrandone l'elezione al soglio pontificio. Alla scena storica, che vede il papa assiso in trono al centro di un gruppo di cardinali ed incoronato pontefice dalla Vergine, è accostata in basso una rappresentazione della città di Siena. La scelta di questo soggetto esplicita il fortissimo legame politico e culturale che intercorre tra Pio II e la sua città di adozione, alludendo anche all'incertezza politica del momento tramite le due chimere che compaiono ai lati della scena. L'aquila imperiale, dipinta sulla sinistra, viene ricollegata al tradizionale rapporto della città con il Sacro Romano Impero.
Lorenzo di Pietro detto il Vecchietta, Incoronazione di Pio II, veduta di Siena fra due chimere (n. inv. 032)
La centralità della figura di Pio II a Siena è ribadita, nel 1460, dalla rappresentazione su una tavoletta dell'investitura a cardinale di Francesco Piccolomini Todeschini, il futuro papa Pio III, da parte dello zio materno Enea Silvio Piccolomini. Il soggetto prescelto apre un quadro sulla vita politica e culturale della città di Siena nella seconda metà del XV secolo, in cui dotti umanisti come i rappresentanti della famiglia Piccolomini conseguivano le più alte cariche ecclesiastiche e dettero vita al fenomeno del mecenatismo. Il cardinale Todeschini, in particolare, finanziò in onore dello zio la sala attigua al Duomo di Siena, progettata per accogliere la vastissima biblioteca appartenuta al defunto pontefice, incaricando il Pinturicchio di eseguirne la decorazione con un ciclo pittorico con storie della vita di Pio II. Nonostante i libri della biblioteca privata del papa non vi siano mai stati trasferiti, questo locale è tuttora noto con il nome di Libreria Piccolomini.
Francesco di Giorgio, Pio II impone il cappello cardinalizio a Francesco Piccolomini Todeschini (n. inv. 033)
L'influenza di Pio II sulla storia e la società senesi si protrae a lungo anche a seguito della sua morte. Questa tavoletta, emessa nel 1498, rievoca la canonizzazione del culto di Santa Caterina da Siena ad opera del pontefice nel 1461, rappresentato sulla destra della scena. Il culto della santa, molto radicato nella città, conobbe al volgere del XV secolo un rinnovato fervore a causa della polemica dei Francescani, che non riconoscevano l'autenticità del miracolo delle stimmate. Nell'ultimo decennio del Quattrocento quindi la Biccherna emise una serie di tavolette con la rappresentazione dei momenti salienti della vita della Santa, ponendo qui l’attenzione proprio sul miracolo la cui veridicità veniva contestata. Santa Caterina, infatti, riceve le stimmate mentre prega di fronte al crocifisso, come ricorda la leggenda, nella chiesa di Santa Cristina a Pisa.
Guidoccio Cozzarelli, Le stimmate di Santa Caterina (n. inv. 047)