Siena medicea
print this pageDopo l'annessione di Siena al ducato fiorentino si sovrapposero alla Biccherna altre istituzioni finanziarie di controllo, volute dai Medici, che la privarono di autonomia. La struttura dell'ufficio, tuttavia, rimase quasi inalterata e l'ordinamento delle carte e dei documenti da esso prodotti rispecchia questa continuità. Le magistrature continuano per più di un secolo a commissionare la produzione di tavolette che celebrano il proprio operato, con un costante e forse nostalgico richiamo alle passate origini. L'ultima tavoletta, infatti, risale agli anni 1677-1682. In questo periodo, agli stemmi delle famiglie i cui rappresentanti ricoprivano la magistratura si aggiunge quello mediceo e quello di vari funzionari delegati dal Duca e le scene figurate trattano sempre più di frequente temi legati alle vicende della famiglia Medici.La perdita di autonomia della città con l'annessione al Granducato di Toscana segna, comunque, la progressiva fine delle antiche magistrature repubblicane. La Biccherna, dopo un lungo periodo di progressiva perdita di rilevanza nella gestione degli affari della città, fu definitivamente soppressa da Pietro Leopoldo di Lorena 1786.
La tavoletta del 1562 rende omaggio, pochi anni dopo l'annessione di Siena al Granducato di Toscana, alla casata dei Medici raffigurando la solenne cerimonia, tenutasi nel Duomo di Pisa il 15 Marzo 1562, dell'istituzione dell'Ordine dei Cavalieri di Santo Stefano fondato da Cosimo I, conferito delle insegne di Gran Maestro. A partire da questa tavoletta, soggetti sempre più svincolati dalla realtà locale senese trovano spazio sulle tavolette della Biccherna, a testimonianza del profondo mutamento che la città subisce con la perdita dell'indipendenza e l'annessione allo stato mediceo.
Tiberio Billò, Cosimo I riceve le insegne di gran maestro dell’ordine di Santo Stefano (n. inv. 065)
In onore alla casata medicea, si sceglie la rappresentazione dell’ambasceria inviata da Siena a rendere omaggio a Ferdinando de’ Medici, divenuto Granduca di Toscana nel 1587, dopo la morte di suo fratello Francesco I.
Pittore senese, I senesi rendono omaggio al cardinale Ferdinando de’ Medici divenuto Granduca di Toscana (n. inv. 075)
La celebrazione della casa medicea si attua, l'anno successivo alla tavoletta precedente (1589) con la raffigurazione del matrimonio tra Ferdinando I, appena divenuto Granduca, con Cristina di Lorena, una principessa francese imparentata con la casa regnante, chiaro segnale della politica estera intrapresa dal Granduca. Le nozze, celebrate con una sontuosa cerimonia a Firenze il 9 maggio 1589, furono festeggiate per un mese intero dalla città. La grandiosa architettura riprodotta nella tavoletta, che non corrisponde ad alcun edificio reale, ma riproduce l'apparato effimero, costruiti in legno e abbellito da statue e arazzi, progettato da Ludovico Cigoli pre la celebrazione e di cui restano i disegni preparatori, conservati presso il Gabinetto dei Disegni e delle Stampe degli Uffizi a Firenze.
Cristofano Rustici, Nozze di Ferdinando I con Cristina di Lorena (n. Inv. 076)
In connessione con le tavolette precedenti, in questa si rappresenta il battesimo di Cosimo II, figlio di Ferdinando I e Cristina di Lorena, nato nel 1590. La frugalità della cerimonia, svolta alla presenza di una ristretta cerchia di dignitari e chiaramente sottolineata nella rappresentazione specialmente se confrontata con lo sfarzo delle nozze, si deve alla grave carestia che colpì il Granducato in quegli anni ed alla scelta propagandistica di Ferdinando di devolvere in beneficenza la somma destinata ai festaggiamenti.
Cristofano Rustici, Battesimo di Cosimo II figlio del Granduca Ferdinando I (n. Inv. 077)