Siena e la grande storia attraverso la politica medicea
print this pageDal momento in cui Siena perde la propria indipendenza ed entra a far parte del Ducato Mediceo, la sorte della città è ormai affidata a equilibri internazionali: questa nuova condizione si riflette con chiarezza anche nelle Tavolette della Biccherna, in cui a fatti e personaggi locali si sostituiscono nella decorazione avvenimenti storici che comprendono tutto il teatro del Mediterraneo. Spicca, tra questi, il conflitto che nella seconda metà del Cinquecento vede contrapporsi all'Impero Ottomano una coalizione cristiana raccolta sotto l'egida papale e che si risolse, nel 1571, con la Battaglia di Lepanto e la vittoria della Lega Santa, che raccoglieva sotto le insegne di Pio V una flotta colossale, composta dalle galee della Repubblica di Venezia, dall'Impero spagnolo compresi il Regno di Napoli e il Regno di Sicilia, la Repubblica di Genova, i Cavalieri di Malta, il Granducato di Toscana ed i Ducati di Savoia e di Urbino.
Le ostilità tra cristiani e musulmani trovano per la prima volta spazio nelle emissioni della Biccherna nel 1566, in occasione della riconquista di Malta, cinta d’assedio dai Turchi comandati dal temibile Mustafà Pascià. Tra le armate cristiane che avevano vittoriosamente liberato l'isola nella spedizione cosiddetta del “Grande Soccorso”, sotto il comando del Vicerè di Napoli Don Garcìa di Toledo, si contavano anche rappresentanti della marina toscana con navi di Cosimo I e dei Cavalieri dell’Ordine di Santo Stefano. La scelta di questo soggetto, apparentemente così lontano dalla vita politica senese, si deve quindi ad intenti celebrativi della casata dei Medici, il cui stemma campeggia sulla raffigurazione della fuga delle navi turche all’arrivo della flotta cristiana ed una vista a volo d’uccello dell’Isola di Malta resa sul modello delle carte geografiche contemporanee.
Pittore senese, Vittoria navale di Don Garcìa da Toledo a Malta (n. inv. 066)
Qualche anno più tardi, nel 1571, il conflitto che vedeva opposte le due più grandi potenze del tempo – l'Impero Ottomano di Solimano il Magnifico e la Lega Santa – trova nuovamente spazio nelle emisisoni della Biccherna, con la raffigurazione della ratifica della Lega Santa alla presenza del papa e della Curia Romana. In riposta ai tentativi espansionistici di Solimano, che aveva tentato di impadronirsi di Malta nel 1565, dopo aver già conquistato Rodi (1522) e Cipro (1570), Pio V promosse nel 1570 la formazione di questa alleanza contro l’avanzata ottomana, cui aderì anche il Granducato di Toscana, anche in seguito alla concessione da parte del papa del titolo di Granduca a Cosimo I l’anno precedente (1569).
Pittore senese, Conclusione della lega contro i Turchi (n. inv. 068)
In ideale prosecuzione della tavoletta dell’anno precedente, in questa viene raffigurata la Barraglia di Lepanto (7 ottobre 1571), che segna la vittoria delle forze cristiane su quelle turche e la caduta dell’Impero Ottomano, le cui forze appaiono distrutte. La portata di questa vittoria, che sancì il dominio sul Mediterraneo della coalizione della cristianità e l'inzio del declino dell'Impero Ottomano, si percepisce con chiarezza nella grande quantità di rappresentazioni dello scontro che vennero prodotte, ad opera anche di grandi artisti, negli anni immediatamente seguenti. La Biccherna, su questa scia, celebra con questa tavoletta il successo del contingente mediceo.
Pittore senese, La vittoria navale di Lepanto (n. inv. 069)