Al fine di condurre un’analisi completa delle antologie del Fondo e comprendere quale sia il canone che queste propongono, è sembrato opportuno osservare le opere citate con più frequenza e il modo in cui autori e testi vengono considerati all’epoca, come il contenuto viene piegato dagli antologisti e a quali scopi. Per avere un prospetto più ampio della percezione che gli intellettuali della Grande Guerra avevano della tradizione letteraria è stato utile, talvolta, un confronto con alcuni saggi e/o orazioni inclusi nella miscellanea.
Autori antologizzati
Scorporando le antologie ed esaminando gli autori citati, risulta che la presenza più influente è quella degli scrittori risorgimentali. Essi rappresentano un unico filone letterario, caratterizzato da motivi e schemi che si ripetono: la commemorazione degli episodi salienti dei moti rivoluzionari, la lotta e la rivalsa contro il vetusto nemico austriaco, l’incitamento alla guerra, l’esaltazione dell’Italia madre universale.
Le memorie classiche non sono frequenti, ma sono essenziali. I carmi latini hanno la funzione di collegare la Roma capitale dell’Impero alla Roma monarchica, mentre le fonti storiche antiche permettono agli irredentisti di giustificare le loro rivendicazioni.
Dante, altra presenza significativa all’interno del corpus, diventa il profeta della pace tra i popoli e la sua vita assurge a modello di integrità e di sopportazione.
Il poeta che i curatori delle antologie prediligono è sicuramente Carducci. Con le sue descrizione idilliache delle Alpi, paesaggio sublime e insieme presidio indistruttibile della nazione, con la sua poesia celebrativa e densa di riferimenti eruditi, rievoca eroi ed episodi di un passato comune e insieme anticipa il conflitto con l’Austria e la vittoria italiana.
Tra i poeti contemporanei annoverati nelle raccolte quasi nessuno si è poi affermato, come a segnalare che quella poesia d’occasione, prodotta in funzione degli avvenimenti contingenti, fosse tanto urgente quanto effimera.
Tra questi ignoti troviamo però un sonetto di Trilussa, raccolto nella rivista «Quadrifoglio», e alcuni componimenti di D’Annunzio anteriori al 1915.
Documenti nello spazio
Il grafico Documenti nello spazio illustra la distribuzione degli opuscoli a livello regionale. Nel territorio italiano il centro-nord si distingue per il numero di sillogi poetiche stampate, in particolare Toscana (4 libretti) e Lombardia (5); i discorsi pubblici sono diffusi su tutta la penisola, anche se si riscontra una più alta concentrazione nel Lazio; la produzione saggistica viene solamente dal centro-sud.
Il centro di produzione più attivo, per quanto concerne le antologie, è Firenze, grazie alla casa editrice Bemporad che pubblica le due collane «Bibliotechina illustrata» e «Biblioteca Bemporad per i ragazzi».
Documenti nel tempo
Le antologie letterarie presenti nel Fondo Guerra sono pubblicate tutte in un arco cronologico compreso tra il 1915 e il 1919. Il grafico Documenti nel tempo permette di osservare l’andamento di tale produzione e confrontarlo con quello delle orazioni e dei saggi nei quali si è riscontrato un interesse letterario. È possibile notare come il maggior numero di opuscoli venga edito durante i primi due anni di guerra: undici antologie (su un totale di quattordici), i due saggi Italia, al Brennero! e Per la nostra guerra, tre pezzi di oratoria. Il dato non stupisce se si considera la funzione educativa che non solo le antologie, ma anche la produzione saggistica e le orazioni dovevano ricoprire.
Quando le sorti della nazione si risollevano, dopo Caporetto, i versi dei poeti tradizionali hanno ormai esaurito la loro funzione: sostenere le motivazioni dell’intervento, fornire ai cittadini i più alti modelli di virtù patrie, veicolare i valori ereditati dall’epopea risorgimentale ora non sono più spinte necessarie, ora il coro di voci riunite nelle antologie è quello dei contemporanei.