L'origine della biblioteca farfense è da collocarsi, con ogni probabilità, già ai primordi della storia abbaziale (Sec. V-VI). Notizie certe, in ogni modo, si hanno dalla seconda metà del sec. VIII. Del resto lo scriptorium farfense, in crescente attività, alimentava la biblioteca con l'opera degli amanuensi e, a sua volta, moltiplicava l’Omiliario di Alano che veniva adottato dai monasteri dell'Italia centrale e settentrionale, raggiungendo anche quelli della Francia e della Germania. Gli abati successivi incrementarono sempre più la biblioteca. Il sabino Probato aveva addirittura ottenuto, già dall'anno 775, un privilegio da Carlo Magno nel quale, tra le cose più preziose protette dall'autorità imperiale, erano nominati i codici della biblioteca, che nessuno, neppure il Vescovo, poteva sottrarre all'Abbazia. Veniva così garantita rigorosamente l'integrità della raccolta libraria del monastero. L'intensa e complessa storia della biblioteca succedutasi nei secoli può essere approfonfita nel sito web. La Biblioteca Statale del Monumento Nazionale di Farfa possiede un patrimonio di circa cinquantamila volumi che abbracciano i più diversi rami dello scibile. Tra di essi vanno segnalati come più importanti e preziosi i manoscritti medievali e gli incunaboli, oggetto di studio da parte di studiosi di tutto il mondo.