Sin dal XII secolo il Santuario di Montevergine, ubicato sulle alture del Partenio e fondato da san Guglielmo da Vercelli, è abitato dalla Congregazione Verginiana. A fondamento delle vita claustrale dei monaci vi sono i 73 capitoli della Regola di san Benedetto, le cui prescrizioni impongono, tra l’altro, l’obbligo della lettura e dell’archiviazione dei documenti. Molti locali del monastero vennero, quindi destinati a scriptorium, per la trascrizione dei codici e pergamene, ad archivio e a biblioteca per la conservazione e la tutela del proprio patrimonio. La biblioteca monastica, indispensabile alle attività di ricerca e di studio degli stessi religiosi, solo nei secoli successivi fu trasferita nel Palazzo abbaziale di Loreto di Mercogliano. In seguito alla soppressione delle corporazioni religiose, alla fine del XIX secolo il Santuario venne dichiarato Monumento nazionale e la Biblioteca diventò patrimonio dello Stato. Unitamente al patrimonio della Biblioteca Statale gli utenti possono liberamente consultare i fondi privati della comunità monastica.