62 - Aurora legalis

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L’antiporta (acquaforte e bulino, mm 200 x 142) rappresenta l’allegoria della Giustizia, assisa entro una nicchia architettonica posta sopra una breve scalinata, mentre consegna al doge un libro su cui si legge la scritta “ET IVRA ET REGNA”, alla presenza di un imperatore romano con lorica, corona d’alloro, scettro e globo crucifero.

Entrambe le allegorie trovano spiegazione nelle parole poste sul libro: si allude alla duplice natura del governo, basato sia sul diritto sia sul comando. Il primo tuttavia viene posto in posizione preminente, come era lecito attendersi in relazione a un testo scritto da Carlo Tebaldo, uno dei maggiori studiosi di diritto dell’Ateneo patavino. Il volume è dedicato al doge Marcantonio Giustinian, in carica durante la prima edizione del libro (1687).

Nella presente antiporta, Giovanni Antonio Lazzari si giova della collaborazione di uno dei maggiori incisori prestati all’editoria veneziana e padovana di quegli anni, vale a dire Giacomo Ruffoni, attivo egualmente nella cerchia di Charles Patin e di Giovan Francesco Loredan. L’incisore, probabilmente di origine trentina, sembra attivo anche entro l’ambiente dell’Università padovana. La stampa va ad aggiungersi al catalogo delle antiporte incise su disegno del poco noto pittore Lazzari, al pari delle Historie cronologiche, qui pure esposte.

Nella serie dei suoi lavori si ricordano: le Giornate accademiche di Giuseppe Battista (Venezia, presso Combi, & La Nou, 1673), la Tomiri (Venetia, per Francesco Nicolini, 1680), dramma per musica di Antonio Medolago, e le Poesie liriche di Domenico David (Venezia, per Domenico Lovisa, 1700). Una certa attitudine a lavorare in piccolo dovette facilitargli questa predisposizione ai lavori per l’editoria, tanto quanto l’attività di miniaturista che va postulata in relazione al ruolo di maestro esercitato nei confronti di Rosalba Carriera e della meno nota Elisabetta Osti.


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