8 - Storia di Padova

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L’antiporta (disegnata da Andrea Mantova e incisa da Giacomo Ruffoni, (mm 430 x 330) precede il frontespizio della maggiore fra le opere dell’erudito, letterato ed accademico Sertorio Orsato (Padova 1617-1678), discendente di antica e nobile famiglia, particolarmente versato nell’indagine storica e, grazie anche alle sue notevoli doti di epigrafista, negli studi antiquari, che pubblica in opere quali i Monumenta patavina del 1652 e Li Marmi eruditi del 1669, entrambi editi a Padova: volumi fondamentali per la storia del collezionismo padovano seicentesco, in quell’importante filone rivolto alla ricerca delle origini e della storia della città tramite la ricerca, la classificazione, lo studio delle reliquie e delle vestigia dell’antichità, e che annovera figure come Lorenzo Pignoria (1571-1631), Giacomo Filippo Tomasini (1595-1655) e Giovanni de Lazara (1621-1690), amico dell’Orsato.

141.a.168-Sertorio Orsato

L’Historia di Padova costituisce il vertice degli studi dell’erudito padovano, poiché in essa confluiscono tutti i suoi maggiori interessi: dalla mitica fondazione di Padova, si documenta sulla storiografia classica e sui cronisti medievali padovani, utilizza le fonti epigrafiche per la storia antica della città e le fonti diplomatiche per quella medievale; vi emerge la storia delle famiglie padovane più illustri e vi si trovano descrizioni e digressioni architettoniche, urbanistiche, geografiche, che forniscono una guida alla conoscenza del territorio padovano, della sua conformazione naturale e delle sue vestigia antiche. Dell’opera l’autore riesce a pubblicare solo la “Parte prima”, che giunge sino al 1173, mentre si conserva nella Biblioteca del Museo Civico di Padova il seguito manoscritto che giunge al 1315; il progetto che l’Orsato coltivava era quello di arrivare sino ai suoi giorni.

141.a.168-Front.È determinante, per l’analisi di questa antiporta, sapere che nel 1638 Sertorio Orsato sposa Irene Mantova Benavides, discendente del giureconsulto e rilevantissimo collezionista Marco (1489-1582) e sorella di Andrea (Padova 1632 circa -1711). L’incisione è firmata sull’architrave rovesciato in basso a sinistra in caratteri capitali da Andrea Mantova, in qualità di disegnatore, e in basso a destra sotto i flutti di Nettuno da Giacomo Ruffoni, in qualità di incisore. Secondo le Memorie di Giovanni de Lazara, Andrea Mantova è anche l’autore del ritratto dell’Orsato che segue nel testo, discendente del giureconsulto e collezionista Marco (1489-1582) e fratello di Andrea (Padova 1632 circa -1711), autore del disegno da cui il Ruffoni trasse l’incisione: interessato anch’egli agli studi antiquari – incrementò la prestigiosa collezione dell’avo e ne redasse nel 1695 l’inventario – e alla letteratura, si dedicò anche alla pittura; di lui non ci rimane che questa incisione e due disegni, oltre ad una tela attribuitagli modernamente. 

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