6 - Historie cronologiche ... 1692

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38.a.14-15-Antiporta

L’edizione successiva, del 1692, assai più ricca di illustrazioni degli abiti descritti nel libro, funzionali alla lettura e alla consultazione del testo, è caratterizzata dall’intervento di Joseph Iuster (antiporta, acquaforte, mm 280 x 195). 

63.b.33-Carlo II di Spagna

La collaborazione tra Lazzari e Piccini non è limitata a quest’unico episodio, poiché i due saranno associati anche ne Le giornate accademiche di Giuseppe Battista, e il maestro disegnerà, nel 1693, anche l’antiporta incisa da Isabella per le Memorie Bresciane di Ottavio Rossi. Anche Iuster, alla fine del Seicento, è uno degli incisori più richiesti dall’editoria. Egli collabora, ad esempio, con Louis Dorigny al frontespizio allegorico de L’arte del cavallo di Nicola e Luigi Santa Paulina (Padova, 1697) e con Giovanni Segala, all’antiporta della Series Augustorum di Lorenzo Patarol, ma risulta essere uno degli specialisti della cerchia di Carlo Patin, per il quale lavora in diverse occasioni.

Tra le differenze nelle due edizioni delle Historie si segnala poi, la presenza, nella prima, con disegno di Lazzari e incisione di Isabella Piccini, del ritratto del sovrano di Spagna Carlo II, cui il libro era dedicato (bulino, mm 200 x 143).

indietro  timbriavanti

Nella seconda edizione si sostituisce poi il ritratto di Giustinani, di profilo entro medaglia, ad opera di Isabella, con un altro ritratto, eseguito dal Iuster, associato a quelli, entro tondi, degli antenati più illustri della famiglia. La qualità del tratto è senza possibilità di confronto rispetto al segno, ben più secco e inerte, di Isabella Piccini. Ciò è ben visibile non solo nel confronto tra la traduzione del medesimo disegno di Lazzari, ma anche dall’eccezionale tenuta della maggior parte delle incisioni all’interno del volume, rappresentanti, con una ricchezza di dettaglio e, soprattutto, di variazioni luminose e chiaroscurali, gli abbigliamenti dei vari ordini descritti. L’orchestrazione luministica, gli effetti di superficie sui vari tessuti delle vesti, le ombre trasparenti, il fondo scuro capace di dare risalto plastico ai personaggi, consentono a tali incisioni di andare ben oltre la semplice illustrazione funzionale. Si prenda, a titolo di esempio, la vignetta raffigurante le insegne dell’Ordine della Giarrettiera: la ricchezza dell’insieme e il compiacimento nella resa dei particolari dell’abbigliamento, mostrano la volontà di una vera e propria presentazione estetica degli abiti descritti. È probabilmente Iuster il “celebre Artefice” di cui Albrizzi rammenta l’intervento a proposito del testo di Giustiniani nella sua Galleria di Minerva.