Per il 1300 come anno della visione dantesca

immagine dei tre opuscoli 'Per il 1300 come anno della visione dantesca: nota', 'nuove considerazioni a favore del 1300 come anno della visione dantesca, nota' e 'note di cosmografia danteszca'

 

Per il 1300 come anno della visione dantesca: nota

Milano, Rebeschini, 1906, pp. 801-826, 27 cm. Estratto da: Rendiconti del Regio Istituto lombardo di scienze e lettere, v. 39, serie 2.     BENIN.2965/33

Nuove considerazioni a favore del 1300 come anno della visione dantesca: nota

Milano, Rebeschini, 1907, pp. 1025-1044, 25 cm. Estratto da: Rendiconti di R. Istituto Lombardo di scienze e lettere, v. 39 (1906), serie 2.     BENIN.533/5     BENIN.2965/32

Note di cosmografia dantesca

Milano, Rebeschini, 1906, pp. 980-1002, 27 cm. Estratto da: Rendiconti dell'Istituto Lombardo di Scienze e Lettere, v. 40. (1907), serie 2.     BENIN.533/6     Misc.90.4     BENIN.2965/34

 

I tre opuscoli nacquero dalla polemica tra il Benini e l’Angelitti sul 1300 come anno del viaggio dantesco nell’aldilà. La discussione nasceva sui seguenti punti:

  • Determinare l’ora esatta del plenilunio nella zona di Gerusalemme. Oltre che un problema astronomico, era anche un problema geografico, perché si trattava di verificare le coordinate geografiche che la città avrebbe avuto secondo Dante e le rappresentazioni della terra da lui consultate.
  • Determinare la posizione di Venere, che in Purg. I è detta mattutina.
  • Individuare i vari tipi di anno (siderali, tropici, lunisolari) utilizzati da Dante per ricostruire la cronologia dal principio del mondo alla visione.

 

Nel terzo dei contributi si fa strada in Benini l’idea che il Sion posto agli antipodi del monte del Purgatorio non sia il Sion di Gerusalemme, ma il grande Sion del Sinai, e che entrambi fossero posti da Dante ai tropici, a 23 gradi e mezzo di latitudine. In questo, come in altri contributi successivi, Benini si dice convinto che Dante abbia rifiutato la teoria epiciclica dei pianeti, che rendeva conto delle stazioni e delle retrogradazioni dei pianeti dal loro corso naturale, e abbia invece guardato con maggior favore alla teoria di Vitruvio(De architectura, libro IX), secondo la quale Venere e Mercurio sarebbero satelliti del Sole. A supporto di questa tesi Benini cita i versi di Par. XXII, 143-144: com’ si muove /circa e vicino a lui [il Sole] Maja e Dione; ‘circa’, in questo caso, avrebbe il significato di ‘intorno’. Per gli altri pianeti del sistema ‘dantesco’, le intelligenze angeliche opererebbero da sé quelle soste e quei movimenti in avanti e a ritroso, che gli astronomi del nostro basso mondo spiegavano meccanicamente con combinazioni di deferenti e di epicicli, ingegnose sì, ma contrarie al principio mistico estetico della semplicità. Anche questa posizione assunta dal Benini fu un motivo di scontro con l’Angelitti.