Un'edizione dell'Inferno (1572)

Sotto il titolo di Discorso sopra la prima cantica di Dante (1572) del nobile fiorentino Vincenzo Buonanni, attivo nel secolo XVI nell'Accademia Fiorentina, si nasconde in effetti una nuova edizione dell’Inferno accompagnata da un commento. Il Buonanni non proseguì il commento alle successive cantiche.
Autorevoli letterati concittadi criticarono nel complesso la sua opera e in particolare la singolare proposta di riforma ortografica, applicata in questo volume, di rendere con ‘tz’ la zeta con pronuncia sorda e aspra.
Questa è di fatto l’unica edizione dantesca fiorentina della Commedia, per quanto parziale, tra l’edizione di Giunta del 1506 e quella della Crusca del 1595. L’edizione ed il commento con le sue stranezze, spinsero il letterato fiorentino Anton Francesco Grazzini (1505-1584), commediografo e membro dell’Accademia della Crusca, a dire che l’intento del Buonanni era di “voler quel ch'è chiaro intorbidare”. Tuttavia quest’edizione del 1572 riveste un certo interesse per l’uso di fonti non tradizionali, per la conoscenza di manoscritti danteschi e della lingua greca.


D. Alighieri, Discorso di Vincentzio Buonanni, sopra la prima cantica del diuinissimo theologo Dante d'Alighieri del Bello nobilissimo fiorentino, intitolata Commedia, In Fiorenza: nella stamperia di Bartolomeo Sermartelli, 1572 (In Fiorenza: nella stamperia di Bartolomeo Sermartelli, 1572), in-4°; cors. e rom.
Piacenza, Biblioteca Comunale Passerini-Landi, Fondo Landi, (L)H4.03.017.

L'edizione presenta frontalini e iniziali xilografiche istoriate e fiorite. Altri fregi tipografici si trovano nelle pagine preliminari e talora alla fine del commento ai canti. La marca tipografica figura sul frontespizio e sul colophon. Il testo si avvale di una particolarità ortografica: la 'z' sorda è resa con il nesso 'tz'.
Coperto di carta marrone su cartone, il libro reca l'iscrizione con autore e titolo impressa in oro sul dorso. I capitelli sono gialli e verdi e i tagli colorati di rosso.
L'esemplare ha la nota di possesso «Di Zanobi del frate», ma il personaggio non è altrimenti noto. L’esemplare apparteneva alla Biblioteca del marchese Ferdinando Landi, pervenuta alla Biblioteca Comunale nel 1872.
Vedi il pannello Un’edizione dell’Inferno sotto mentite spoglie.