Questo volume, stampato a Venezia il 23 gennaio 1529, in grande formato, propone la Commedia con il commento del Landino ed il Credo pseudo-dantesco, ma ora senza più riferimenti alla cura di Pietro da Figino.
L'esemplare della Biblioteca è purtroppo mutilo del fascicolo iniziale e del frontespizio che, in una cornice simile a quella utilizzata per la grande vignetta che precede l'inizio dell'Inferno, racchiude il titolo stampato in rosso e nero in un gotico piuttosto grande. L'elemento di destra della cornice sul frontespizio propone ritratti di autori volgari, fra i quali primeggia Dante.
Lo stampatore è il pavese Jacopo Pocatela, il cui cognome si connette al commercio dei tessuti; da Borgofranco sul Po, nel mantovano, si trasferì nel 1490 a Pavia, ove poi avviò l'attività tipografica, collegata all'ateneo pavese, per passare a Venezia nel 1528.
Questa è la sua prima importante pubblicazione veneziana, che fu realizzata su richiesta del fiorentino Lucantonio Giunta (1457-1538), il cui nome è ricordato nel colophon e la cui marca, in rosso, è posizionata al centro della parte inferiore del frontespizio. Un ritratto di Dante occupa il verso.
Tre xilografie a piena pagina accompagnano l'inizio delle cantiche e altre più piccole l'inizio dei canti riprendendo quelle utilizzate in edizioni quattrocentesche. I capilettera xilografici assumono l'aspetto di iniziali con figure.
D. Alighieri, Comedia di Danthe Alighieri poeta diuino: con l'espositione di Christophoro Landino: nuouamente impressa: e con somma diligentia reuista & emendata: & di nuouissime postille adornata, 1529 (Stampato in Venetia: per Iacob del Burgofranco, pauese. Ad instantia del nobile messere Lucantonio Giunta, fiorentino, 1529 a di XXIII di genaro), in fol.
Piacenza, Biblioteca Comunale Passerini-Landi, Fondo Comunale, 3I.01.048.
Il titolo dell’edizione è stampato in rosso e nero, racchiuso da un'ampia cornice architettonica. Al centro del timpano curvilineo vi è un suonatore di viola mentre agli angoli compaiono putti musicanti e nel basamento inferiore un corteo delle muse con al centro la marca. Negli elementi verticali, a sinistra piccoli ritratti di diversi poeti latini e, a destra, Dante, Petrarca, Pietro Aretino, Boccaccio e l’Unico Aretino. Al verso della carta, si trova un ritratto di Dante. La stessa quadratura, in cui i poeti italiani sono sostituiti con ritratti di poeti latini, è riproposta all’inizio della prima cantica a racchiudere la xilografia a piena pagina che illustra il primo canto dell’Inferno.Vi sono vignette xilografiche iniziali per ogni canto ed iniziali xilografiche abitate o fiorite all'inizio delle cantiche e delle parti iniziali del commento. La coperta ha il dorso in pergamena e i piatti in carta su cartone. Sul dorso, con tre nervi rilevati, si legge il titolo manoscritto.
L’esemplare appartenne al Collegio dei Gesuiti di Piacenza: fu probabilmente tra quelli rimasti nel collegio di San Pietro dopo l’espulsione dei Gesuiti dal Ducato nel 1768. La nota, che si legge in altra parte del volume, ne indica il possesso da parte Giovan Battista Severi da Caderoggio anteriormente al suo ingresso tra i libri dei Gesuiti piacentini.