Rieti, Teatro dei Condomini o "Vecchio Teatro"

fondazione
1768
Rieti. Teatro dei Condomini
Rieti. Teatro dei Condomini

breve storia

V’è un Teatro Vecchio, costruzione barocca di legno, a 4 ordini di palchi, privo di facciata, con platea sotto il livello della strada del Corso, scendendosi undici scalini” (Palmieri, 1857)

Il piccolo Teatro dei Condomini viene costruito tra il 1765 e il 1768, per decreto del Consiglio comunale che affida all’architetto Giuseppe Viscardi l’incarico di rimodernare la precedente struttura risalente al 1724, che nella sua organizzazione primitiva era stata un’emanazione dell’Accademia del Tizzone che fin dal ‘500 svolgeva in città un’attività teatrale, oltre che letteraria.

La spesa della costruzione ammonta a 1.380 scudi. L’acquisto dei palchetti è subito reso disponibile ai cittadini che accolgono con entusiasmo l’offerta e ne divengono proprietari con l’esborso di trenta scudi a testa.

L’edificio, di cui un’antica fotografia rivela l’aspetto interno, è piccolo, elegante, interamente in legno, con tre ordini di palchetti e un soprastante loggione sorretto da un giro di sottili pilastri sostenenti la trabeazione e col palcoscenico collocato sul lato orientale verso la Costa di Piazza (l'odierna via Pennina). Ha l’ingresso sulla via del Corso (l'odierna via Marco Terenzio Varrone) e, accanto il botteghino per la vendita dei biglietti, un brutto sportello sulla parte inferiore della facciata nuda e grezza.

Nella mappa del Catasto gregoriano del 1820, il "Teatro" si distingue chiaramente: identificato dalla lettera H e dalla pianta a forma di ferro di cavallo con il giro di palchi delimitato, a nord dalla via del Corso, confinante a sud con la particella n. 1127 corrispondente ad un "orto d'affitto" di proprietà dell'Ospedale di S. Spirito di Narni, a ovest con la n. 1126 corrispondente alla "casa di propria abitazione" di "Camillo Cerroni q(uonda)m Carlo".

Il Teatro può  accogliere  circa settecento spettatori, ossia quasi un decimo dell’intera popolazione cittadina, e per circa un secolo assolve decorosamente il suo compito, offrendo buoni spettacoli di opere in musica e discreti rappresentazioni di prosa, contro il pagamento di dieci bajocchi a persona.

La stagione teatrale inizia Natale e continua fino all’ultimo giorno di Carnevale con facoltà di continuare fino alla prima domenica di quaresima. Il contratto d’appalto è stipulato tra la Deputazione teatrale e l’appaltatore, in genere il capocomico che deve ottemperare a due condizioni: la prima è che la Compagnia nel termine di quindici giorni ottenga la necessaria licenza dal governatore di Roma; la seconda che il capocomico sottoponga, preventivamente, alla Deputazione l’elenco delle opere per poterne fare la scelta e fissare il giorno della rappresentazione. Il pubblico accorre numeroso, se si considera che per la popolazione di allora si vendono in media 250 biglietti per rappresentazione.

Il Teatro dei Condomini rimane attivo ininterrottamente fino al 1882, quando viene pubblicata la legge che dichiara inagibili i Teatri in legno.

bibliografia

A. Palmieri, Topografia statistica dello Stato Pontificio, Roma, dalla Tipografia Forense, 1857, p. 49. Leggi l'e-book.

Il Teatro dei Condomini, in “Il Corriere Sabino”, n. I, n. 18, 10 giugno 1945, p. 3.

C. Verani, I teatri reatini, in “Sabina”, a. I, n. 2 (mag.-ago. 1958) p. 32.

R. Messina, Gli spettacoli teatrali e le feste a Rieti nell’800, in “Il Territorio”, I (1985), 3, p. 267.

R. Consiglio, Rieti. Evoluzione di una struttura urbana, collaborazione di Adriano Martinelli; con un contributo di Gérard Chouquer, Napoli, Electa, 1990, pp. 223, 238.

R. Messina, Il Teatro Flavio Vespasiano, Rieti 2005, pp. 11-12.