Come ogni impiegato pubblico che si rispetti, anche Belli ha delle rimostranze da fare circa la sua carriera...
Uno dei pochissimi riferimenti al suo lavoro di impiegato, che non amava assolutamente, Belli lo fa nel 1826, in data 10 maggio, quando scrive una lettera al suo capoufficio conte Vincenzo Pianciani per denunciare le ingiustizie subite nella sua carriera burocratica.
Seguendo quanto scritto nella lettera, Belli aveva almeno due questioni di cui lamentarsi:
l’aver svolto per tre anni, su richiesta del direttore stesso conte Pianciani, una mansione inferiore al proprio grado
e come seconda, il fatto che, una volta passato all’archivio, era stato scavalcato da un impiegato più giovane di lui.
Come si può bene vedere, questo tipo di vessazioni nei confronti degli impiegati pubblici sono fra le maggiori cause di denuncia anche attualmente. Per cui le lamentele del Belli sono, come dire, attuali....
Nella stessa lettera Belli parla delle sue assenze dal lavoro e si giustifica per i suoi tanti viaggi, mentre avrebbe dovuto stare a casa in quanto malato.
Secondo quando scrive Giuseppe Gioacbhino Belli i viaggi fatti sarebbero stati causati proprio dalla volontà di curarsi e e perciò a loro volta avrebbero causato non solo delle difficoltà economiche, ma anche erano stati causa dell’ingiustizia subita come impiegato.
Scrive Belli :” Una malattia mi ha rimosso alcun tempo dall’ufficio; ma questo ha recato più danno a me che a lo Stato…"
Il comportamento di Belli non era una scandalosa eccezione e altri, a detta dello stesso, facevano di peggio...