Tenendo come punto di riferimento le numerose lettere che Belli inviava dai suoi soggiorni fuori Roma si possono seguire i viaggi fatti negli anni in cui invece avrebbe dovuto essere in ufficio.
Alcuni di questi viaggi furono fatti per controllare la situazione dei beni che la famiglia della moglie Mariuccia Conti, vedova Pichi, aveva nell’Umbria e nelle Marche, altri invece portarono Belli in giro per l’italia del nord e del sud.
Ecco un sommario elenco.
1820- Nel maggio è a Macerata, nell’agosto a Ripatransone (provincia di Ascoli Piceno nelle Marche) dal conte Giuseppe Neroni Cancelli, a novembre passa per Spoleto e a Terni.
1821- Nuovo soggiorno a Ripatransone. Poi da agosto a novembre il Belli è in giro per l’Italia, è anche l’anno in cui incontrala marchesina Vincenza Roberti, detta Cencia a cui fa da Cicerone nel visitare Roma.
1823 - Nell'aprile è finalmente a Napoli. In una lettera così scrive a proposito della città: "Qui non si può né pensare né scrivere, né dormire né parlare, perché il chiasso vieta tutte queste belle cose. Bella Città assai, ma non la sceglierei per la dimora della mia vita". (Lettera A FRANCESCO SPADA — ROMA Napoli, 15 aprile 1823)
1824 - da giugno a tutto ottobre è a Firenze e in altre città toscane, poi Bologna, Ancona, Macerata, Loreto e Morrovalle.
1825 - Fra settembre ed ottobre è ancora a Firenze.
Una tantum si dedica al lavoro d’ufficio scrivendo Riflessioni statistiche su pubblico registro, unico documento diretto della sua attività di impiegato, dove mostra una discreta competenza su questioni di tipo burocratico e fiscale.
1826 – in data 10 maggio scrive una lettera al Pianciani per denunciare le ingiustizie subite nella sua carriera burocratica.
Nella stessa lettera Bell parla delle sue assenze dal lavoro e si giustifica per i viaggi fatti, quando invece avrebbe dovuto essere a casa per curare le gravi malattie denunciate.
I viaggi sarebbero stati causati dalla volontà di curarsi e e perciò a loro volta avrebbero causato non solo delle difficoltà economiche, ma anche erano causa dell’ingiustizia subita come impiegato. ” Una malattia mi ha rimosso alcun tempo dall’uffcio; ma questo ha recato più danno a me che a lo Stato……Ma il comportamento di Belli non era una scandalosa eccezione e altri, a detta dello stesso facevano di peggio.”
1827 – Si reca a Milano dall’amico Moraglia. Poi va a Bologna, Loreto e Terni.
1828- Di nuovo a Milano. Scrive all’amico Neroni: Io mi son qui da pochio giorni, reduce da Milano, dove mi piace assai più la vita che altrove. Quella benedetta città pare stata fondata per lusingare tutti i miei gusti..; e però se a Roma non mi richiamasse la carità del sangue e la necessità dei negaozzi, là mi fermerei ad ancora, e direi: hic requies mea.
1829- Terzo viaggio a Milano, passa per Firenze, Genova. Da milano fa un giro che comprende parte della Svizzera.
1830 – Va a Pesaro per ragioni d’affari. Poi a Terni e Spoleto.
1831 – per ristabilirsi da una grave malattia che lo ha colpito nei mesi precedenti si reca a Veroli. Torna a Roma e l’estate (luglio e agosto) la passa a Morrovalle. A ottobre è a Terni.
1832- Fossombrone (dove di nuovo si ammala) . Torna a Roma e di nuovo parte con il figlio Ciro per Perugia , dove andrà in collegio.
1833 – Cominciano i soggiorni a Perugia (sta 4 mesi) per stare con il figlio, poi va a Terni.
1834- Dopo una sosta a Terni e a Foligno, va a Perugia dal figlio. Poi di nuovo a Perugia.
1835- nel giugno –luglio va a Perugia.
1836 – Perugia
1837 – Perugia. Da qui torna frettolosamente a Roma per la morte della moglie Mariuccia.
1838 – ad agosto va a Perugia.
1839 – sta a Roma e scrive a Neroni dei suoi mali. Va a Perugia.
1840 – a settembre è di nuovo a Perugina dal figlio.
1841 – a febbraio è a Perugia. In tanto a Roma è in attesa di ricevere la nomina ad un impiego, ottenuto con l’interessamento di Mons. Tizzani.E il 26 agosto comunica al figlio la notizia “..Intanto io non sono che un collaboratore del segretario d’uno dè più distinti Dicasterii di Roma [Direzione del Debito Pubblico] e nulla più percepisco cle l’antico mio soldo d’impiegato quiescente . In gennaio o si risolverà tutto in fumo (nocchè però è assai difficile) o riceverò un titolo molto onorifico e uno stipendio non mediocre.l’orario del mio impiego è ogni giorno (meno le feste) di ore sette continue, dalle 9 cioè del mattino sino alle 4 pomeridiane. Un po’ gravoso: ma per me tutto è lieve ciò che contribuisce alla migliore tua sorte…”.
Va di nuovo a Perugia.
1842 – intraprende con il figlio Ciro un viaggio in Umbria e nelle Marche, fermandosi a Fossombrone, presso il conte Torricelli.
1843- E’ a Roma , malato, a letto per 3 mesi.
1844 – ad agosto va a Morrovalle, poi a S.Benedetto. Il 16 dicembre scive a Neroni che la salute va male e ha avuto il consiglio da parte dei medici di ritirarsi da qualunque occupazione mentale: in conseguenza di che ha dovuto domandare al Governo la giubilazione
1845- 2 gennaio ottiene la giubilazione.
A detta di D.Gnoli : “ i suoi servigi allo stato erano stati interrotti: nondimeno, contro la legge, sul principio del 1845 gli fu liquidata la giubilazione in ragione di 37 anni di servizio. Di ciò egli andò debitore all’adoperarsi dè suoi amici, ma soprattutto alla volontà del Papa”. Va a Perugia e a Terni.
1846 – Ciro è colpito da gravissima malattia e va a Frascati in villeggiatura con il figlio.
1847- Va a Terni dove passa ore e ore con Mons. Tizzani.
1848 – Ormai i viaggi sono finiti per varie malattie sue e dei suoi famigliari.