La disponibilità di acqua sul territorio ne determina lo sviluppo economico, sociale, culturale. Non a caso le più grandi civiltà umane del passato sorsero e prosperarono vicino ai grandi fiumi: dalla Mesopotamia all'Egitto, dall'Indo al fiume Giallo, l'acqua ha determinato le sorti di popoli che hanno fatto la storia.
LA PESCA. Nella Valle reatina che sin dalla protostoria fu inondata dal Velino, la maggior parte delle attività economiche fu legata alla presenza dell'acqua. I primi abitatori, stanziati sulle sponde del grande lago Velino, vivevano di caccia e raccolta, ma integravano la loro dieta con la pesca. Fra i reperti di origine protostorica rinvenuti nella Conca Velina, i pesi da rete sono i più frequenti.
Durante il Medioevo, a seguito della mancata manutenzione della cava curiana, il progressivo ripresentarsi del lago determintò lo sviluppo dell'attività ittica, ed il commercio di pesce e gamberi ad essa collegato. In un territorio costantemente allagato la navigazione fu praticata in modo sistematico e l'uso della barca divenne indispensabile per attraversare le paludi, ma non tutti ne possedevano una. Da questa esigenza nacque il mestiere del "traghettatore" ovvero di chi, con la propria imbarcazione, forniva il servizio di attraversamento in cambio di un compenso. Fra le attività quotidiane legate alla presenza dell'acqua, ven'era una assegnata e svolta esclusivamente dalle donne: il bucato. Quello della lavandaia non fu soltanto un compito che ogni donna doveva assolvere per la propria famiglia, poiché per molte rappresentò un vero e proprio mestiere, un servizio svolto a domicilio nelle case dei ricchi. Dalla presenza di acqua dipendeva la lavorazione del guado, pianta tintoria molto usata nel passato dalla cui macerazione si ottiene il colore indaco.
