È l'unica cappella originale del XV secolo. Presenta una volta a crociera costolonata, divisa in quattro vele, all'interno delle quali sono raffigurati i quattro evangelisti su sfondo azzurro. L'evangelista Luca è assorto nello sforzo di scrivere e sembra ripetere a voce quello che ha scritto. Matteo è quello dall'aspetto più giovanile: ha i capelli biondi e il volto sereno, indossa una tunica azzurra e con le mani sorregge un libro. La figura dell'evangelista Marco è dolce e quasi incantata; infatti appoggia il volto sulla mano. Giovanni ha un atteggiamento estatico, con gli occhi rivolti al cielo. Nei peducci sono raffigurate otto figure intere di putti, sovrastati dai simboli degli evangelisti e dai padri della Chiesa entro nicchie.
Vincenzo Foppa probabilmente terminò gli affreschi nel 1510 con l'aiuto di Paolo da Caylina il Giovane e non vi sono dubbi sull'attribuzione. Foppa è il primo grande protagonista rinascimentale in Lombardia. Egli assimilò riferimenti culturali di origine veneta e lombarda, oltre a una sensibilità della luce di provenienza fiamminga; cercò inoltre di naturalizzare le regole rinascimentali con una sintassi più sciolta.
La parete di fondo, oggetto di un intervento di restauro nel 2001, è nel suo stato attuale di composizione settecentesca. Una prospettiva architettonica dipinta incornicia una Crocefissione che risulta essere la ricomposizione di un affresco quattrocentesco di cui si ignora la provenienza originaria. I frammenti superstiti del dipinto, riducibili alla sola figura del Cristo, sono infatti assemblati su una matrice in gesso (su cui appare incisa la data “1761”) ed integrati con un fondale stilizzato reso con semplici campiture di colore. Il perizoma sulle variazioni del grigio è esempio degli esiti luministici che si trovano in tante opere del Foppa, come anche il pathos espresso dalla figura agonizzante di Cristo, che mantiene comunque una composta nobiltà.
Alcune fonti attesterebbero la presenza, in questa cappella, di una pala d’altare raffigurante il martirio di San Simonino da Trento realizzata dal Foppa nel 1475 e ora dispersa. Di quest'opera si ha notizia fino al 1826.
L'altare della cappella Averoldi è l'unico rinascimentale della chiesa: è marmoreo e richiama i sarcofagi romani nelle volute che circondano i due stemmi della famiglia. La discontinuità dell'opera fa pensare a un lavoro a più mani.
Sulla parete sinistra (nord) è la sepoltura di Giovan Pietro Averoldi.
Sulla parete destra (sud) sono conservati i battenti lignei originali del portone di ingresso della chiesa.