Gli affreschi tardogotici

Planimetria della chiesa del Carmine, posizione degli affreschi quattrocenteschi

Gli affreschi quattrocenteschi nella cappella in capo alla navata destraPlanimetria della chiesa del Carmine, posizione degli affreschi tardogotici















Gli affreschi tardogotici nella cappella in capo alla navata destra

Nella cappella in capo alla navata di destra sono conservati alcuni affreschi votivi tardogotici commissionati da privati e realizzati da più artisti (infatti la narrazione non è unitaria).
Sulle tre pareti sono rappresentate, in registri diversi, vicende di santi.

Sulla parete destra (est) il brano più antico della decorazione è un affresco monocromo, omaggio a San Cristoforo, illuminato dalle aureole dorate dei personaggi e rappresentato con la palma del martirio e Gesù bambino benedicente sulle spalle; il riquadro rimanda stilisticamente alla corrente della pittura lombarda del primo Quattrocento.
Sotto a una finestra chiusa sono presenti un'edicoletta gotica in cotto e, a fianco, San Sebastiano trafitto dalle frecce. Ai lati due Madonne in trono.

La parete di fondo (nord), interrotta al centro da una porta, presenta decorazioni disposte su quattro registri.
A sinistra della porta vi è una Trinità molto danneggiata; a destra, una sopra l'altra, sono rappresentate due Maestà. Nel registro superiore vi sono, da sinistra, una Madonna non più leggibile a causa della costruzione lignea dell'organo, Santa Lucia con gli occhi sul vassoio, come vuole la tradizione iconografica, quindi una Madonna con il bambino seduta su un trono architettonico, poi San Cristoforo con Gesù bambino, infine un santo vescovo. San Cristoforo è presente due volte forse per un omaggio a un importante personaggio per la storia della chiesa, il generale Cristoforo Martignoni, forse per un culto diffuso in zona.
Sul quarto registro al centro della parete vi è la rappresentazione dell'Eucaristia.

Sulla parete sinistra (ovest) le decorazioni si dispongono su due registri.
In quello inferiore al centro è rappresentato San Pietro con il manto giallo, affiancato da quattro santi (alle estremità Santa Lucia e Santo Stefano, mentre gli altri santi non sono stati identificati, anche se il personaggio che indossa vesti da frate potrebbe essere Sant'Antonio Abate).
Il riquadro a lato raffigura un altro santo vescovo, forse San Gottardo.
Nel registro superiore sono presenti due riquadri, il primo con un episodio della vita di Sant'Eligio mentre riattacca una zampa a un cavallo, che era stata tagliata dai maniscalchi che pensavano così di ferrarla meglio. La presenza di un elegante cavaliere ricorda un'ambientazione cortese. L'affresco è mutilo, ma è rimasta comunque in alto a destra una data, 19 dicembre 1432.
Il secondo riquadro, scandito da una struttura architettonica, presenta l'Annunciazione e l'incontro tra San Francesco e il lebbroso.