L’allestimento della mostra trae spunto dalle immagini d’archivio dei primi del Novecento della "Sala araba" con il monumentale Lampadario, restaurato da Planeta in occasione di questo progetto espositivo. L’opera è emblematica della continuità fra un passato reinterpretato e idealizzato e il contemporaneo, consapevolmente libero da storicismi e sovrapposizioni. Gli altri materiali delle collezioni Abatellis scelti per l’esposizione rispondono al criterio dell’inedito, dei materiali più ricorrenti, quali il legno e metallo ma soprattutto a presentare oggetti che raccontano storie di passaggi d’ uso, in cui le forme e i repertori, calligrafia, figure e stilizzazioni geometriche e fitomorfiche, provenienti da modelli aulici, divengono fonti per il contemporaneo. Storicamente, gli artisti spesso hanno tratto ispirazione dai musei e dalle loro collezioni: per questo progetto, oltre alla residenza dello scorso ottobre attraverso alcuni siti della Sicilia islamica, Bea Bonafini, Gili Lavy, Emiliano Maggi e Diego Miguel Mirabella si sono confrontati anche con le opere della collezione di Palazzo Abatellis. Gli Lavy ha realizzato un’opera sonora, in collaborazione con il musicista Jacopo Salvatori, dal titolo Journey XII dove vengono evocate parole della lingua franca mediterranea, detta sabir, e l’artista si riferisce al museo come spazio di transizione e dispositivo contenente molteplici identità mutevoli, talvolta fuse, metafora della Sicilia come immenso archivio di culture in migrazione. Emiliano Maggi ha realizzato tre sculture in ceramica e bronzo, come delle brocche che simboleggiano i versi e la figura del poeta arabo-siculo al-Ballanūbī, riscoperto da Michele Amari nell’Ottocento mentre Diego Miguel Mirabella presenta un'installazione con stoffe, una pittura su tavola di legno e un lavoro a mosaico, realizzate con la collaborazione di artigiani marocchini, come ulteriore sviluppo della sua indagine sulle strutture grammaticali del decoro e dell’ornamento. Bea Bonafini è l’unica degli artisti che, oltre a presentare delle opere realizzate appositamente per l’occasione come gli altri, espone anche un grande tappeto-arazzo in moquette del 2018 dal titolo, Trionfo, realizzato in riferimento al celebre affresco, Il Trionfo della Morte, custodito nel museo, la cui iconografia particolare è riconducibile all’ampia diffusione del repertorio cortese in pittura, miniatura, arazzeria, arti decorative e nelle illustrazioni della trattatistica sulla caccia o negli erbari.
"Questo progetto, basato sulla nostra storica residenza nomade e sullo studio delle opere del deposito di Palazzo Abatellis”, afferma Vito Planeta “nei nostri intenti vuole essere il volano di un circolo virtuoso, che va dal restauro delle opere d’arte meno conosciute della sterminata collezione del Museo, alla loro valorizzazione, al sostegno degli artisti coinvolti, all’arricchimento della programmazione del Museo. Tutto grazie a una collaborazione tra pubblico e privato che moltiplica il valore dei rispettivi contributi, invece di sommarlo".
Per l'occasione verrà stampato un catalogo che racconta il progetto espositivo, oltre alle opere degli artisti contemporanei prodotte appositamente per l'occasione insieme alle fotografie di Matteo Buonomo (Cinisello Balsamo, 1991) e ai testi di Chiara Barzini (Roma, 1979), la narrazione per immagini e parole della residenza nomade che si svolta lo scorso ottobre – come prima parte del progetto – attraverso la Sicilia e i territori di Planeta.
Planeta è un'azienda agricola familiare - giunta alla diciassettesima generazione, con una storia che ha inizio nel XVII secolo, a Sambuca di Sicilia - che da 1995 ha avviato un progetto centrato sul vino in Sicilia. L'attività di Planeta si svolge in sei tenute immerse nelle campagne siciliane, ciascuna caratterizzata da uno specifico progetto di ricerca viticola ed enologica. Il progetto dell'azienda è fortemente legato alla valorizzazione del territorio, alla sua storia e alla sua tutela, attraverso il riciclo di materiali, l'agricoltura sostenibile, il rispetto del paesaggio, del patrimonio culturale e delle comunità all'interno delle quali l’azienda opera. Viaggio in Sicilia rientra nell'ambito dell'impegno che è sintetizzato nel progetto Planeta – Cultura per il Territorio: una serie di iniziative culturali mirate a promuovere il territorio e la sua storia, sostenendo al tempo stesso una forte spinta all'innovazione e alla contaminazione fra tradizione locale e contemporaneità.