Le tombe a tumulo sono isolate rispetto alle tombe concentrate nelle diverse aree sepolcrali. Se ne conoscono una decina in tutto il territorio veiente, collocati a Grotta Gramiccia, Vaccareccia, Pisciacavallo, Monte Aguzzo, Monte Oliviero, lungo la Via Veientana, e Monticchio Olgiata. Due se ne trovano in località Oliveto Grande, mentre un ulteriore tumulo sembra avere coperto la Tomba Campana.
Il tumulo di Vaccareccia si trova sull'altopiano omonimo, ad Est di Comunità e leggermente decentrato rispetto alla più antica necropoli di Vaccareccia. Il tumulo è uno dei pochissimi conosciuti mediante uno scavo ben documentato (scavi Enrico Stefani, 1920; Anna De Santis 2003). Il tumulo ha diametro di m. 61,50 e la base era originariamente circondata da una crepidine formata da blocchi squadrati di tufo. Un corridoio con orientamento ENE-OSO serve d'accesso al sepolcro, costituito da cinque vani. Vi è un ampio vestibolo, con due piccole celle laterali e due camere in asse con il dromos. Il vestibolo originariamente era coperto a volta. Le pareti erano dipinte di rosso, con le porte che si aprivano verso i diversi ambienti, chiuse con blocchi al momento del ritrovamento. La tomba era stata saccheggiata in antico e quindi i corredi erano stati confusi e mancano gli oggetti metallici, ma sembra di poter distinguere almeno due sepolture intorno al 630-620 a.C. (vano II e vano I). Sono contemporaneamente attestati il rito dell'inumazione (vano I e II) e quello dell'incinerazione (vano IV). Al di fuori del perimetro del tumulo si trova un'altra camera sepolcrale che si apre sul dromos, databile alla fine dello stesso secolo. Ancora più avanti nel tempo furono addossate al muro perimetrale del tumulo altre due tombe ad incinerazione, databili genericamente al VI-V secolo.
Tratto da Anna De Santis, I primi abitanti di Veio, 2003