IV. Auctores

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Con la Grammatica, attraverso lo studio di opere pagane e cristiane particolarmente autorevoli (‘dotate di autorità’), s’insegnava sia la lingua che la letteratura. Alcuni scrittori e i loro commentatori (apprezzati ancora in età umanistica) sono attestati in ogni lista di autori. Costituiscono un canone largamente presente nelle biblioteche europee: Virgilio, Orazio, Lucano, Ovidio, Giovenale, Persio, Terenzio, Cicerone, Sallustio, ma anche, molto spesso, autori tardo-antichi come Claudiano (IV-V sec.), il favolista Aviano (fine IV secolo, 38. BAV, Reg. lat. 1562), Marziano Capella (inizi V sec., 4. BAV, Urb. lat. 329), Boezio (c. 480-526, 25. BANLC, 36 E 8 nella sezione II, e 41. BANLC, 43 D 24 nella sezione V), e opere come l’Ilias latina - un mediocre rifacimento dell’Iliade greca (101. BANLC, 43 E 25 nella sezione XII). Per alcuni autori si utilizzavano anche “florilegi”, cioè brani scelti di particolare importanza. La presenza degli autori nei manoscritti sembra riconducibile a due tendenze maggiori, attive sin dai secoli più alti: da una parte la composizione di manoscritti dedicati a un unico autore, volti a valorizzare l'auctoritas e la normatività retorico-grammaticale del singolo poeta; dall'altra l'elaborazione, soprattutto tra XII e XIII secolo, di miscellanee d'auctores differenti, all'interno delle quali sembra emergere una forma-libro plurale e 'canonizzante'. In particolare, la miscellanea vaticana 38. BAV, Reg. lat. 1562 permette di comprendere il carattere 'disciplinare' del canone classico, la sua modulazione lungo serie testuali capaci di sanzionare un canone alto e letterario (Virgilio, Ovidio, Orazio, Lucano, uniti agli allora importanti Claudiano, Aviano e Massimiano), rappresentato nella mostra anche da codici monografici, 34. BANLC, 43 E 9, 35. BANLC, 43 D 10, 36. BANLC, 43 C 1, 37. BANLC, 43 F 34 (cui è accostabile anche il 33. BANLC, 43 D 25 per Terenzio «nostro antico», citato da Dante nel Purgatorio quale classico ineludibile).

Dante, Convivio, IV, vi, 5 ‘Autore’

«L’altro principio, onde ‘autore’ discende, sì come testimonia Uguiccione [45. BAV, Vat. lat. 7641 nella sezione VI] nel principio de le sue Derivazioni, è uno vocabulo greco che dice ‘autentin’, che tanto vale in latino quanto ‘degno di fede e d’obedienza’. E così, ‘autore’, quinci derivato, si prende per ogni persona degna d’essere creduta e obedita. E da questo viene questo vocabulo del quale al presente si tratta, cioè ‘autoritade’; per che si può vedere che ‘autoritade’ vale tanto quanto ‘atto degno di fede e d’obedienza’.» 

Libri esposti: 33. Terenzio, Comoediae; 34. Virgilio, Opera; 35. Orazio, Carmina e Poetria; 36. Ovidio, Metamorphoseos, trad. di Giovanni de’ Bonsignori; 37. Lucano, Pharsalia; 38. Miscellanea: Persio, Giovenale, Ovidio, Orazio, Virgilio, Lucano, Stazio, Claudiano, Aviano, Massimiano.