Verso la nuova cultura europea
print this pageDalla Tradizione al nuovo sapere
Accanto al perpetuarsi della paideia (‘formazione culturale’) classica e tardo-antica, attraverso le forme intellettuali elaborate dalla scuola alto-medievale e tramite l'exemplum degli autori canonici, l'Europa medievale esprime il suo particolare rapporto col sapere e con la sua diffusione materiale attraverso forme via via più 'totali' e sistematizzanti: le summae, le compilazioni e le enciclopedie, a volte ancora attive in ambito umanistico. All'interno di questi vastissimi repertori, la cui tradizione attraversa tutto il Medioevo latino (da Isidoro di Siviglia agli Specula duecenteschi), le singole artes scoprono nuove relazioni reciproche, costituendosi in coerenze, ordini e classificazioni del sapere rinnovabili costantemente secondo le circostanze e i destinatari: dal tentativo d'Ugo di San Vittore, che già nel XII secolo inserisce le artes mechanicae tra le consuete partizioni disciplinari, aprendo la sua classificazione all'emersione sociale del lavoro e della tecnica, sino a Brunetto Latini (il maestro di Dante), che con il Tresor compie uno dei primi tentativi enciclopedici in volgare, cercando di stringere nella forma enciclopedica il nodo, tutto comunale, d'etica, politica e saperi.