Come era rappresentato?
print this pageLa copertina della rivista satirica francese «Le rire» del luglio del 1904 è dedicata al telefono, un mezzo capace di penetrare nel cuore dell’intimità delle case con estrema facilità e non sempre positivamente. Il telefono, che fu per lunghi decenni un privilegio per pochi, fu spesso rappresentato nelle cartoline illustrate dell’epoca come un giocattolo per ricchi impegnati in dialoghi amorosi che, grazie al mezzo, potevano mantenersi segreti.
Nell’iconografia ufficiale, come anche nella comunicazione d’impresa, il telefono fu invece spesso associato a Mercurio, Hermes per i greci, il messaggero alato. Anche D’Annunzio, esaltandolo in una delle sue odi, lo associava alla medesima figura mitologica.
IN LETTERATURA: L'ODE AL TELEFONO DI GABRIELE D'ANNUNZIO
Odimi, precipite Nunzio |
La voce, la voce sonora,
Da Maia, in Laudi del cielo del mare della terra e degli eroi, Milano, Fratelli Treves, 1903 |
Se Gabriele D’Annunzio celebra le meraviglie della telefonia in alcuni versi del poema Maia, nelle opere di altri autori coevi non è dato ritrovare un atteggiamento univoco rispetto a quella che allora era una nuova tecnologia del quotidiano.